37
GIORNATA PRIMA.
RAGIONAMENTO QUINTO.
FRINCIPE E GIORGIO.
P.
Ccoci all'altra stanza; come la chiamate?
G.
Chiamasi la camera di Giove, il quale fu figliuolo d'Opi, e
Saturno, e partorito in un medesimo tempo con Giunone,
dicono, che e’su mandato nel Monte Ida in Creta, oggi da
noi nominata l'Isola di Candia, e su dato, come V. E. vede,
a nutrire alle Ninfe, alle quali, per paura che il Padre non
lo facesse morire, dalla madre Opi fu mandato; per il che piangendo, co.
me avviene a' fanciulli piccoli, perchè il pianto non fusse sentito, facevanc
far romore con i timpani, scudi di ferro, e altri strumenti, onde senten-
do le api quel suono, secondo la loro usanza s' adunavano insieme, e gli
stillavano nella bocca il mele, per il quale benefizio Giove poi fatto Iddio
concesse loro, che generassono senza coito-
P. Ditemi, questa Ninfa, che siede in terra, e ha Giove in sulle ginocchia,
e quella capra attraverso, che gli ha una poppa in bocca, che cosa è?
G. Quella Ninfa è Amaltea figliuola di Meliseo Re di Creta, l'altra è Me-
lissa Ninfa sua sorella, che una attende a farlo nutrire di latte, l'altra
col mele, che ha in mano, lo va nutrendo; dove ella su poi convertita in
ape per la sua dolcezza. Quel Pastore, che tiene la capra, è di quelli del
monte Ida, che guardava gli armenti.
Ogni cosa riconosco; ma ditemi, quella quercia, dietro ad esse, che è si
grande, piena di ghiande, e n'escono l'api, che cosa significa?
G. Fu che crescendo Giove, e avendo guerra con li Titani, per li padri pre-
si, che lo volevano far morire, per quella vittoria gli fu sagrata la quercia
in segno di forte; e cosi per la vittoria, che ebbe contra i Giganti, che
vinti cacciò loro addosso alcuni monti. Intendesi la quercia ancora in me¬
moria dell'età prima, che vivevano gli uomini di ghiande. Giove dette lo-
ro il modo delle biade, e delle altre comodità; questo, Signor mio, fu
quello, che edificò tempj, ordinò sacerdoti per sua gloria; fecene edificare
ancora in nome suo, e delli amici, come su il tempio di Giove Ataburio
Giove Labriando, Giove Laprio, Giove Molione, e Giove Cassio, e molti
altri, ch'io non ho ora in memoria.
P. Gli ho letti anch'io; ma ditemi, io ho pur visto in molti luoghi Giove col
fulmine in mano, cosi ne' roversci delle sue Medaglie.
G. Del