RAGIONAMENTI
tre cose non solo da conciarle la testa, ma tutto il resto; l'altra mette
acque odorifere nella conca per lavarla, e farla più bella, significando, che
senza le grazie di Dio, e doni le cose, che escono delle mani nostre, non
possono mai essere accette alli uomini, nè alla Maestà Sua, se la carità,
che è la prima, non li acconcia il capo, con l’amore riscaldandolo, e
col buono giudizio; e la speranza non ci fa vedere la chiarezza nello
specchio della prudenza, e il torto della vita nostra nelle male operazioni;
e la fede, che maneggia l'acqua del Battesimo sacrosanto, non ci tenga
fermi a camminare per le obbligazioni, che promettiamo alla Santa Chiesa,
di rinunziare a Satanasso, e alle sue pompe, e fermamente credere nel ma-
gno, e giusto Dio: questo è il significato suo, e quanto contiene la pro.
prietà di questa Venere.
P. Quei due tondi di sotto, in quei portelli, che in uno è quella femmina,
che vola con quello scudo imbracciato, e quello stimolo in mano, e quel-
l'altra è la dovizia:
G. Questa è la sollecitudine, e quella la dovizia, come ha detto V. E.; la solle-
citudine è madre dell' abbondanza in chi spedisce le faccende; che denota
che questo scrittojo è fabbricato per attender a quelle; or passiamo alla
quarta camera, ove sono le cose di Giove.
P. Passiamo, che oggi è un giorno, che essendo caldo, è da comperarlo a
denari contanti a fare un opera simile a questa; ma non ci è se non un
male, che sò, che ragionando, tutto vi fo affaticare la lingua, e la me-
moria.
G. Non si affatica la memoria, poichè io ho innanzi le cose, di che io ra¬
giono, che viene a essere un poco meglio, che la locale; mi incresce bene
di V. E., che potreste sedere in parte ch'io ragiono, e non vi stracchereste.
P. Io non posso straccarmi, perchè sono tante le cose, che ora mi volto ad
una, e ora ad un’ altra; e la varietà delle storie, e i suoi significati, e la
vaghezza de' colori mi fanno passare il tempo, che io non me ne accorgo.
G. Orsù passiamo oltre, che veggiamo quel che segue in quest'altra camera,
che Sò, che qui ci è da dire più che nell'altre.
GIOR¬