Full text: Vasari, Giorgio: Ragionamenti del Signor Cavaliere Giorgio Vasari, pittore - architetto aretino sopra le invenzioni da lui dipinte in Firenze nel palazzo di loro altezze serenissime con 10 illustriss. ed eccellentiss. Signore D. Francesco Medici allora principe di Firenze insieme con la invenzione della pittura da lui cominciata nella cupola

RAGIONAMENTI 
leggieri: quel Giovane bello, che dorme in terra, è Endimione amante 
della Luna: 
P. Tutto mi contenta, ma mi par pure aver visto tirare il carro della Lu- 
na da non sò che animali. 
G. Signore, egli si è usato più volte farlo tirare da due cani, per esser 
Proserpina stata chiamata Luna, e moglie di Plutone; altri dalle femmi- 
ne per occulta, e natural conformità, che anno le donne nello scemare, 
e crescere della Luna. Ho poi fatto, che il carro lo tirino i cavalli, per- 
chè come Pittore mi è venuto meglio a fare i cavalli, per accompagnare 
quell'altro quadro, dove è il carro del Sole. 
P. Tutto mi contenta; ma passiamo a questi due quadri lunghi, che anno le 
figure si grandi; che cosa è questo maschio, che si svolge da quel lenzuolo, 
e che ha la palla del mondo vicina, e quell'oriuolo da polvere? 
G. Signor mio, quello è il giorno, che dal carro del Sole è fatto luminoso, 
e si sveglia, e sviluppa, dal sonno della notte, la quale si vede quà in 
quest' altro quadro dirimpetto, che par che dorma con gran quiete, che di 
questa ha cura il carro della Luna. 
P. Oh come risponde bene ogni cosa? che maschère son quelle, e che lucer- 
na? ci è fino il barbagianni, ei pipistrelli oriuoli; certo voi non avete las¬ 
sato indietro cosa notturna; e sono questo giorno, e questa notte due bel- 
le figure. 
G. Tutto ho caro soddisfaccia a V. E.; vedete questi quattro ottangoli con 
queste quattro figure ne’cantoni del Palco? 
P. Veggo. 
G. Queste l'ho fatte perchè il padre Cielo, come causa della provvidenza del- 
la prima Intelligenza, stanti le cose ordinate con quelle potenze, che gli so- 
no intorno, fà che ne risultano per gli effetti di noi mortali quattro gran 
cose, e particolarmente nel Duca nostro, che l’una è la Verità, per la co- 
gnizione della quale il Principe intende, e vede, e conosce ogni sua 
chiarezza. 
P. Ell' è forse questa, che è quà in iscorcio; che vola di cielo in terra 
ignuda, e pura? 
G. Ell'è dessa, e questa, che è quà in quest' altro ottangolo dirimpetto a 
lei, è la Giuſtizia, che reprime i tristi, e premia i buoni. 
P. Sta bene, ma ditemi, perchè ha ella armato il capo, e non il petto, ed 
ha quello scudo di Medusa in braccio ? e quello scettro egizio in mano 
che coſa è, che non hò visto mai figura tale? 
G. Questa, Signor Principe, per quello che si vede, è che sempre S. E. ha 
armato la testa con quell'elmo, che è d’oro, e di ferro; il ferro arruggi 
nisce, e l'oro nò; il che denota esser necessario, che il giusto Giudice ab- 
bia il cervello non infetto, cosi il petto disarmato, e nudo, cioè netto di 
passione, e animosità. 
P. Mi piace; ditemi, quelle tre penne, che sono in sul cimiero, una bian- 
ca, una rossa, e l'altra verde, che significato anno? 
G. Il significato loro è, che la bianca è posta per la Fede, la rossa per la 
Carità, e la verde per la Speranza, che deve nascère nella mente del giu- 
sto
	        
Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.

powered by Goobi viewer