R. AGIONAMENTI
ſtanze del Palagio vecchio di là alla medesima maniera, e bellezza moder-
na, come queste che abbiamo fatte ora in tutta quest’ opera, senza avere a
rovinare molto le cose fatte, come V. E. un di, volendo vederne di mia
mano un disegno, conoscerà; del quale, se Dio concede la vita lunga al Du-
ca Cosimo, e a me, ho speranza, che se non peggioriamo dall'ordine pre-
ſo, in pochi anni ſe ne vedrà il fine; se nò, ne lasceremo la cura a V.
E: il quale sendo giovane, e di grand'animo, lo potrà finir del tutto
P. lo mi rendo certo Giorgio mio, che se voi fate come avete fatto in que-
ſti tre anni, che abbiamo avuto la guerra addosso, che avete fatto tanto, a
me non toccherà altro che ringraziare Dio, e il Duca mio Signore di que
ſta comodità, e lodar voi, che lasserete per onor di Casa nostra a'posteri
questa memoria.
G. Signore io vi ringrazio di queste lodi, che in me non è tanta virtù; ma
torniamo al primo ragionamento: dico, che trovai come sapete il tetto
poſto non solo a queſta sala dove noi ſiamo a ragionare, ma a tutte que-
ſte ſtanze, e avendolo chi lo fece messo troppo basso, e volendo alzare S.
E. il palco senza muovere il tetto, feci fra questo ricignimento di travi
e di cornici questi stondati, che s'alzano in alto, dove due, e dove tre
braccia fino al piano del tetto, e gli sparti di maniera, che in questo qua-
dro grande di mezzo potesse venire una storia con le figure maggiori, che
il vivo, accompagnandolo con due quadri minori, che venivano più bas-
ſi, e lo mettevano in mezzo; e perchè lo spartimento venisse eguale, si fe-
cero poi questi due altri quadri grandi, che dalle bande ciascuno da due
ottangoli è messo in mezzo, che questi rilegati con cornici vengono come
vedete nelle quadrature de' quattro cantoni del palco. Cosi questo mio di-
segno lo sparti in questa forma, perchè voleva trattare de'quattro Elemen-
ti, in quella maniera però, che è lecito al pennello trattare le cose della
Filosofia favoleggiando, atteso che la Poesia, e la Pittura usano come so-
relle i medesimi termini; e se in questa sala, e in altre vò dichiarando
queste mie invenzioni sotto nome di favolosi Dei, siami lecito in questo
imitar gli antichi, i quali sotto questi nomi nascondevano allegoricamente
i concetti della Filosonia: Or volendo, come ho detto, qui trattare delli E-
lementi, i quali con le proprietà loro avevano a dare a questa Sala, per
le storie che ci ho dipinte, il nome, chiamandosi LA SALA DELLI ELE-
MENTI, cosi in questo palco, o cielo mi parve di dipignervi le storie
dello Elemento dell'Aria.
P. Fermate; molto non ci avete fatto quel del fuoco, il quale come sapete
arebbe a esser più alto?
G. Perchè come Pittore mi accomoda per questi sfondati, e strafori d'aria
dipinti in questo palco, dove in parte mostrano volare queste figure, e in
quest' altri maggiori mi tornavano ben composte, e con più disegno le sto-
rie del Padre Cielo, come più alto Dio, e ancora per lassare la invenzione
del fuoco materiale, che noi veggiamo e adoperiamo quaggiù, in questa
facciata dove V. E. vede il camino; che del fuoco della sfera celeste, non
sapend' io come si sia fatto, lasserò questa cura a miglior maestro di me,
che lo dipinga.
P. Co-