Full text: Vasari, Giorgio: Ragionamenti del Signor Cavaliere Giorgio Vasari, pittore - architetto aretino sopra le invenzioni da lui dipinte in Firenze nel palazzo di loro altezze serenissime con 10 illustriss. ed eccellentiss. Signore D. Francesco Medici allora principe di Firenze insieme con la invenzione della pittura da lui cominciata nella cupola

DEL 
V 
ASIARI. 
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G. Quest' è quando Clemente quarto per estirpare di Toscana la parte Ghi- 
bellina dette l'insegna dell' arme sua a i Cavalieri, e Capitani di parte 
Guelfa, dove per principale fra molti Capitani ho fatto ginocchioni, 
che la riceve, il Conte Guido Novello insieme con i suoi soldati armati, 
che era uno de' capi della parte Guelfa, ed è uno stendardo bianco entro- 
vi un giglio rosso, che era l'arme di detto Pontefice. 
P. Sta bene, e veggo la sedia del Papa, e tanti Cardinali, che li sono in- 
torno; e mi avviso, che non sieno ritratti al naturale per essere tanti 
anni che il fatto segui, ma li dovete aver fatti di vostra fantasia. 
G. Era quasi impossibile ritrarre Cardinali di que tempi, mi sono bene inge- 
gnato di cavare l'effigie da molte figure antiche di que' tempi per accostar- 
mi quanto ho possuto all'antichità. 
P. Or leggete le lettere; che nel quadro non mi pare che ci abbiamo lassato 
cosa alcuna indietro. 
G. FLOREN. CIVES A CLEMENTE IIII. ECCLESIAE DEFENSORES 
APPELLANTUR. 
P. Se non vi occorre dir altro intorno a questi tre quadri, potrete seguitare la 
dichiarazione delli altri tre posti verso San Pietro Scheraggio, e in questo 
del mezzo veggo ritratta Firenze con lettere: CIVIBUS, OPIBUS, IM- 
PERIO FLORENS LATIORI POMOERIO CINGITURN 
G. In questo quadro, Signore, si rappresenta, quando la terza volta furono al- 
largate le mura a Firenze, ritrovandosi allora i Fiorentini in buono, e pa- 
cifico ſtato, e la Città cresciuta, e il popolo multiplicato, e le borgora di 
abitatori, e di edifizj ampliate: ordinarono questa reidificazione circa l'anno 
1284., dove qua dinanzi ho rappresentato la Signoria con l'abito antico, 
e avanti a se ha Arnolfo Architettore, che mostra loro la pianta del cir- 
cuito, e piu là nel lontano mostro quando si edifica alla porta San Fria- 
no, e fo che dal Vescovo si benedice, e mette la ptima pietra nel fonda- 
mento, e attorno vi figuro i provveditori, e i ministri di quelle fabbriche. 
P. In questo quadro allato al tondo, dove sono i quartieri di Santa Croce, 
e di Santo Spirito, veggo non so che Dogi vestiti all' antica; e parole che 
dicono: FLORENTIA CRESCIT FESULARUMIRUINIS. 
G. Questa è l'unione del popolo Fiorentino, e Fiesolano, quando distrutta 
Fiesole i Fiesolani si ritirarono ad abitare in Firenze; però in su la por. 
ta ho fatto un Patrino, il quale finga la unione di questi due popoli, fi- 
gurati in que' due Signori, che si abbracciano, e si uniscono insieme; e 
perchè piu volentieri i Fiesolani si avessino a fermare a Firenze, e nelle 
pubbliche insegne riconoscessero qualcosa del loro, si contentorno di racco- 
munare l'arme delli loro Comuni. E dove prima l'insegna di Fiesole era 
una luna azzurra in campo bianco, e quella de' Fiorentini era un giglio 
bianco in campo rosso, presero il campo bianco de' Fiesolani, e il giglio de 
Fiorentini lo tinsero rosso col loro proprio campo; e in questa maniera 
fermorno, che l'arme del Comune fusse un giglio rosso in campo bianco. 
Però fingo, che alla rinfusa donne, e uomini di queste due Citta si ab- 
braccino, e si rallegrino insieme, e per significato de' due popoli ho fatto 
quelli due uomini armati a cavallo con l'insegne de' loro Comuni vestiti 
all'antica con quelle livree. 
P. Que.
	        
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