Full text: Vasari, Giorgio: Ragionamenti del Signor Cavaliere Giorgio Vasari, pittore - architetto aretino sopra le invenzioni da lui dipinte in Firenze nel palazzo di loro altezze serenissime con 10 illustriss. ed eccellentiss. Signore D. Francesco Medici allora principe di Firenze insieme con la invenzione della pittura da lui cominciata nella cupola

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ASARI. 
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G. Signor si, che io ho fatto Fois, che con giudizio avendo partito le nazio- 
ni delle genti sue, perchè a ogn’ uno tocchi cosi dello onore, come del 
pericolo, e dell'utile, cerca con ogni sollecitudine, e forza pigliar quel 
la Terra. 
P. Che artiglieria avete voi fatto, che tira per fianco dentro nella Citta 
in su quel bastione, e che scarica addosso a' Franzesi, che assaltano la Ter- 
ra in quella parte, dove sono rotte le mura da' colpi de' cannoni Franzesi? 
G. Quella è una colubrina, che era di smisurata grandezza, la quale Mar- 
cantonio Colonna, e gli altri Capitani fecero in quel luogo scaricare spes- 
so, che fece una strage grandissima di feriti, e morti in coloro, che si 
affrettavano a salire per entrar dentro, portando via i pezzi di loro stessi 
che in ultimo riempierono il fosso i corpi de' miseri soldati; nella qua 
batteria furon morti, come vede V. E. che io ho dipinto, molti forti uo¬ 
mini, e Capitani valenti. 
P. Se le figure, Giorgio, che avete fatte accanto alla muraglia fussono state 
maggiori, come le sono troppo piccole, io vi arei confortato a farvi nella 
Città Marcantonio Colonna con il ritratto de gli altri Capitani. 
G. Signore, il suo ritratto vi è, ma ce ne serviremo altrove; che se io a- 
vessi fatto le figure grandi, io ci arei ritratto ancora Monsignor Sciati- 
glion singolar Capitano, e lo Spineo Maestro d'artiglierie industrioso, che 
vi mori; dell'uno, e dell'altro abbiamo il ritratto, ma troppo saria stato, 
se minutamente io avessi voluto in tutte queste storie ritrarre ogn’ uno, 
baſta bene, che io non ho mancato fare i principali capi di questo eser- 
cito. Ora finito questo assalto, e inteso Fois, che lo esercito del Papa 
veniva a trovarlo col Legato, e con Fabbrizio Colonna, e con Pietro 
Navarra, e considerato, che egli poteva esser forzato a combattere, e of- 
fuscar la gloria, e il gran nome, che egli si aveva acquistato; si parti di 
Ravenna aspettando in modo la vanguardia, che quelli della Città non 
poteſsino nuocergli molto, se avessino dato alle spalle dell'esercito. 
P. lo veggo qua innanzi la fanteria, e le genti d’arme Franzesi, che si 
muovono, e le conosco agli abiti, e alle insegne, ed è fra loro, come in- 
nanzi diceſte, e mi mostraste, Fois armato, e il Palissa, e l'Allegria. Di- 
temi, ecci fra loro nessuno altro ritratto segnalato? 
G. Signor si, vi è Alfonso Duca di Ferrara giovane, il quale ha quell'elmo 
in capo, e avendo menato gran numero di gente, e di artiglierie, poichè 
egli era principale in quella guerra, volse satisfare col venir suo in per- 
sona all'obbligo grande, che aveva col Re di Francia; dove io ho finto 
che Fois in questa storia abbia ragionato con questi Capitani, e dato la 
cura al Duca Alsonso, che gli è dietro, e al Siniscalco di Normandia, che 
è quel giovane armato, che ha tanti pennacchi in capo, che abbiano cu- 
ra della vanguardia, e al Palissa, e all' Allegria quella della seconda, e 
della terza; e vedete, ch’ io fo, che Fois voltato loro le spalle cavalca 
come è costume di Generale, insieme per poter metter meglio le genti ai 
luoghi suoi, e per andare secondo il bisogno intorno a Capitani, e a’ sol- 
dati Franzesi, Tedeschi, e Italiani, per confortarli valorosamente a com. 
battere, con parole, e con animo grande promettendo la vittoria, e l’o- 
nore, e i premii. 
P. Tut-
	        
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