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asta, mentre un soldato vecchio, con un ber-
rettino rosso, gridando tiene una mano nell' a-
ſta, e con l’altra inalberata una storta, mena
con stizza un colpo per tagliar tutte due le ma-
ni a coloro, che con forza digrignando i den-
ti, tentano con fierissima attitudine di difen-
dere la loro bandiera; oltrechè in terra fra le
gambe de’ cavalli v’è due figure in scorto, che
combattendo insieme, mentre uno in terra ha
sopra un soldato, che alzato il braccio quanto
può, con quella forza maggiore gli mette alla
gola il pugnale per finirgli la vita; e quell'
altro con le gambe, e con le braccia sbattuto,
fa ciò, che egli può per non volere la morte.
Ne si può esprimere il disegno, che Lionardo
fece negli abiti de' soldati variatamente variati
da lui, simile i cimieri, e gli altri ornamenti
senza la maestria incredibile, che egli mostrò
nelle forme, e lineamenti de’ cavalli, i quali
Lionardo meglio, che altro maestro fece di
bravura, di muscoli, e di garbata bellezza.....
Immaginandosi di volere a olio colorire in mu-
ro, fece una composizione d’una mistura si gros-
sa, per lo incollato del muro, che continuando
a dipingere in detta Sala, cominciò a colare di
maniera, che in breve tempo abbandonò quella,
vedendola guastata. ,
Se Lionardo da Vinci fu poco fortunato in
questa opera, non lo fu nientemeno Michela-
gnolo Buonaroti. Il predetto Gonfaloniere Pie¬
tro Soderini aveva a questo Professore allogata
l'altra facciata della Sala, e Michelagnolo vo-
len¬