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mani un' Organo in alto, e lo sonava in terra nel Coro di detta Badia,
come di sopra abbiamo fatto menzione. Dipinse nella SS. Annunziata d'A¬
rezzo, con gran maestria, e mori ottuagenario. Questa Badia fu donata al
sacro Eremo l'anno 1018. da Gualfreduccio, Cittadino Aretino. Rogò
Pandolfo; poi Guglielmo Notaro Aretino. Fortunio carte num. 12. Nell'
Archivio di S. Maria in Grado nella cartella segnata col num. 12. vi è una
donazione di beni fatta a questa Chiesa l'anno 1055., e a’suoi Monaci. Era
membro della Badia di S. Maria di Prataglia; come si vede alla cartella
num. 7. L’Abbate di Prataglia fa il Curato di S. Clemente d’Arezzo
anno 1242. , e di più compra beni per essa l’anno 1211. da Uberto, Al-
bericolo, e Orlandino Fratelli da Valenzano. Rogò Gherardo Notaro. Fu
distrutta l'anno 1576. quando il Gran-Duca Cosimo fortificò Arezzo con
Baloardi, dalla porta a S. Clemente, ov’ era, fino alla porta a S. Lau-
rentino. I beni, molti andarono al sacro Eremo di Camaldoli, e un gros-
io podere diede Giulio III. alle Monache di S. Caterina, ove vi aveva
una Sorella; come si ricava dall’ Archivio di Camaldoli, e di S. Maria
in Grado. S. Pietro piccolo, ove in oggi stanno i Serviti, era della nostra
Religione; e fu donato al sacro Eremo l'anno 1106.; e quando i Serviti
uscirono di Fortezza, ove S. Filippo Benizi fece il Miracolo del pane,
vennero a S. Piero piccolo. Archivio di S. Maria in Grado; Fortunio a
carte 176. Nella Badia di S. Viviano fiori Don Romualdo di Giovanni del
Viva, Nobile Aretino, Religioso di gran bontà. Fu donata al sacro Ere-
mo l anno 1113. ; Fortunio libro secondo a carte 146.; dipoi unita
al Monastero degli Angioli, comé di sopra si è fatto menzione.
Nell’ antica Badia di S. Salvadore di Selvamonda della Diocesi Are-
tina fiori Don Pietro Aretino, Abbate l’anno 1260., Uomo in vero molto
dotto; come si ricava da una cartella, che è in questo Archivio. Fu do-
nata al sacro Eremo di Camaldoli l'anno 1118. da Rolandino di Aldobran-
dino, con tutti i suoi beni, e ragioni; e su fondata da Grifone, Cittadino
Aretino, per mettervi le Monache. Quivi stettero i Monaci Osservanti di
Camaldoli. Leone IX. diè licenza di rifabbricarla a' Monaci, per essere
stata dalle guerre quasi tutta abbatuta; e Innocenzo II. confermò ciò,
nell' anno sesto del suo Pontificato; Fortunio lib. 2. a carte 148. Al tempo
poi del Generale Ambrogio, essendo andata a terra, per opera del magnani-
mo Cosimo de' Medici furono di quivi al Monastero degli Angioli trasferite
le sacre Reliquie de' Santi Proto, Jacinto, e Nemesio Martiri; come di
sopra si è fatto menzione. Si sono fatti quivi i Capitoli Generali.
Nella Badia di S. Bartolomeo d'Anghiari fiorirono L'Aabbate D. Lu-
ca, e Don Lorenzo, uno l’anno 1260., e l'altro l'anno 1320., Uomini dot-
tissimi. Fu donata questa Badia al sacro Eremo dal Conte Bernardino,
dalla Contessa Imeldina l’anno 1102. i quali donarono tutti i loro beni al
sacro Eremo, con questa condizione, che quivi vicino al suo Castello d'An-
ghiari si fabbricasse un Monastero sotto il titolo di S. Bartolomeo, e
tossero quivi introdotti i Monaci di Camaldoli. Fra i beni donati vi eranc
il Castello di Ghilione, quello di Pirello, di Tresciano, di Caprese, di Soa-
sio, di Panoro, e di Tramoscare con tutte le sue Chiese, beni, e ragioni
tan¬