Miracoli, e Grazie
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coſa dire, o motto fare, postosi in collo lo asprissi¬
mo ſtromento del ferro; passò per la sala, doue à
persone di alta stima in quel paese, si era posto ta¬
uola dal Bascià: ne alcuno de' Conuitati vi ebbe,
e de'Seruenti similmente, che di ciò facesse paro-
la. Solo lacopo suo fratello, affissando pure gli
occhi a quel fatto, senza tema alcuna (che pur di
gran marauiglia è) seco accompagnandosi, & al
medesimo scampo mettendosi; ambi dalla gente
infedele, e dalle Terre de’ Turchi si tolsero; e po-
ſto piede nel paeſe de’ fedeli, senza impedimeto,
o noia sentire, in Fiorenza si condussero. Doue
con quante lacrime di letizia, grazie da Niccolò
si rendessero, più tosto immaginare, che raccon¬
tare potrebbesi. Di cotanto miracolo ne fu fatta
Immagine di rilieuo in quell'atto disageuole, col
medesimo ferro allacciata, sicome oppresso in
quello, sotto la crudeltà di quel fiero Turco, stare
Niccolò solea. Che si può dir qui? se non che in
vn solo caso, altri Miracoli quasi annestati; bellis¬
simo frutto, e vario a gloria di Maria, e gioua¬
mento de’ suoi diuoti, dolcemente si gusti, e ra-
ro risplenda?
Lace-