della Santiss. Nunziata.
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incolpar la innocenzia, e più tosto metter paura
col mostrarsi aspro, & inumano, che certificarsi
del vero con piaceuolezza; pensò di por sosta à
quegli strazij, che tra poco, à morte posto aurie-
no lo schiauo, ma con rigidezza maggiore in vna
vita più misera che morte, viuo serbarlo. E per
tanto, con vn ferro (non sò se diabolico, o tur¬
cheſco) dal quale, e collo, e mani, e piedi gli si te¬
neuan chiusi, gli incarcerò le membra, con inten¬
dimento che maggiormente in quello strazio pe¬
naſſe. Stante alcuno interuallo di tempo, venu¬
to il giorno, quando con magnificenzia notabile
si appreſtau a dal Baſcià vn solenne conuito; il mi¬
sero Niccolò, dimorato trenta mesi nella sofferen¬
za di si terribile, e tormentosa vita; con lacrime cal
dissime, e con sospiri più che l'vsato frequenti, e
con molto più di diuozione dell'vsato, raccoman
dandosi alla gloriosa Nunziata, propose dentro a
suo cuore, se da quel grauissimo tormento, e dal¬
la fiera prigionia mai fosse vscito, voler portare
quell'asprissimo ferro da Constantinopoli, fino à
quella Chiesa in Fiorenza, doue la santa Maestà
di Maria solennemente da popoli è riuerita (stu
penda cosa, non sò se io mi dica da vdire, o da la¬
crimare:)Aprironsi in quel feruore per se stessi
i serrami del ferro, e feciòno auueduto il lacrimo¬
so Niccolò con qual fauoreuole auuiso, dalla in¬
uocata Vergine; la disiata liberazione gli si por¬
gesse. Conoscendosi egli dunque del collo, de
piedi, e delle mani libero, e franco; senza alcuna
cosa