della Santiss. Nunziata.
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Libero Niccolo, dal ferro, nel quale tenne oppressa
la vita in poter de Turchi; passa per lo paese
loro, senza che alcun ne faccia motto.
Cap. XXVII.
OI veggiamo tutto giorno, am
maeſtrati dall'esperienzia, che non
meno deono gli innocenti temer
i colpi della fortuna, che i Colpe¬
uoli la ſeuerità delle Leggi: ſi co¬
me ora per fiero accidente nelle
persone di Alesso da Lanciano , e di lacopo , e di
Niccolò suoi figliuoli si sentirà auuenuto.
Erano gli Anni della noſtra ſalute paſſati al nu¬
mero 1506 quando il 25 d'Ottobre partiti costo
ro di Lanciano, che siede quattro miglia vicino
alla Marina, si dirizzarono con buon vento e con
Luon carico di merci, in vna Barca, per ritrouar¬
si à Nocera, e quiui trafficare secondo l'vso di
quella fiera. Cosi solcando verso la Puglia, non
ſi toſto giunsero all'Isola di Santa Maria in Tremi¬
ti (l'vna delle due già nominate Isole Diomedee
che si auuiddero, quattro Fuste di Turchi esser
lor vſcite addoſso : e dopo à breue resistenza, pre¬
so il loro Legno; & essi posti alla catena, andarne
in Constantinopoli prigioni. Vedendo dunque
Alesso, che altri seco imbarcati si eran gettati al
Mare per non venir soggetti alla crudeltà turche
sca, e che egli à gran pericolo soggiaceua, accom¬
pagnato da que' timori, che richiedea il si tristo
M 2 acci¬