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PIAZZA DELLA SIGNORIA.
luogo al David di Michelangiolo. Collocata allora in una
nicchia, appositamente scavata nel muro del primo cor¬
tile dove ora è il Sansone che uccide il Filisteo, vi
cimase fino al 1560, anno in cui fu messa dove tut¬
tora si vede. Nel piedistallo di granito stanno incise
le memorabili parole : exemplum salutis publicae cives
posuere.
I due leoni colossali posti ai lati della scalera, uno
dei quali moderno (F. Vacca), e le sei Vestali del fondo,
opera di scalpello greco, furono trasportati a Firenze
dalla villa Medici in Roma e collocati dove ora si ve¬
dono nel 1788. Il ratto della Sabina fu scolpito da
Giambologna nel 1583. Il Centauro dello stesso autore
(tolto dal quadrivio sceso il Ponte Vecchio) ed il gruppo
dell’ Ajace morente, opera di greco scalpello restau¬
rata da Stefano Ricci, vi furono collocati, il primo
nel 1838 e l’ altro nel 1841.
Cellini esegui il Perseo unitamente al bello imba¬
samento che lo sostiene, nel 1553. Sulla parete late¬
rale è una memoria che ricorda la legge per la quale
nel 1746 fu stabilito il computo annuo secondo il Ca¬
lendario Gregoriano. Nel 1860 con la direzione del
Cav. Ignazio Villa vi furono posti un barometro ed un
termometro.
Palazzo Alberti (Via dei Benci, n° 1). — Abitò in esso il
grande architetto e letterato Leon Batista Alberti. Fu
restaurato e decorato di una bella facciata alcuni anni
indietro. Ai lati della porta d’ingresso si vedono due
tavolette di marmo che serbano ricordo dello stato del
palazzo nel 1400 e nel 1849.
Palazzo degli Albizzi (Borgo degli Albizzi, n° 12).— An¬
tica abitazione di questa famiglia che rivaleggiò cogli
Alberti e Medici. Restaurato da Silvani.