Full text: Guida di Firenze

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GUIDA DI FIRENZE 
diamo. - Il 14 febbraio 1551 vi ebbe luogo un auto 
da fe di certe donne cadute negli errori dei no¬ 
vatori. 
I quadri della chiesa sono di poco valore, ma è 
preziosa una tavola nella Sagrestia di un pittore con¬ 
temporaneo a Cimabue, rappresentante S. Pietro. 
Chiesa di Santo Stefano e Cecilia. — E una delle più 
antiche della città, e credesi fondata nel 790. Fu 
detta ad portam ferream a cagione della porta 
ferrata che ne chiude l’ingresso, talora anco ad 
pontem veteri o dei Lamberteschi. Nel 1116 era col-. 
legiata e si mantenne tale fino al 1585. Il nome 
di S. Cecilia le venne aggiunto nel 1783 quando fu 
soppressa la chiesa di tal nome esistente sulla piazza 
della Signoria nel luogo appunto ove oggi è la Po¬ 
sta delle Lettere. La Chiesa suddetta, anticamente 
ebbe una forma di basilica con tre navate, e venne 
ridotta alla forma attuale nel 1656 dai Marchesi An¬ 
ton Maria e Girolamo Bartolommei i quali spesero 
oltre 60 mila scudi nell’ opera di restauno. In que- 
sta Chiesa vi si tennero assemblee popolari tra le 
quali una nel 1426 per reprimere la licenza delle 
arti minori nella quale Niccolò da Uzzano pronun 
ziò un eloquente discorso riportato per intero dal 
Machiavelli. Per decreto della Repubblica vi fu sta- 
bilita una cattedra per ispiegare al popolo la Divina 
Commedia, nell’agosto del 1373 ed il 3 di otto¬ 
bre dell’ anno medesimo ne incominciò la spiegazione 
Giovanni Boccaccio, a cui successero Filelfo ed al¬ 
tri luminari della repubblica letteraria. Nella porta 
ferrata si vede confitto un ferro da cavallo postovi 
a ricordanza dall’ averla un Manescalco fatto ricuo¬ 
prire à sue spese di una lamina di ferro. 
Il coro e gli altari furono eseguiti su i dise- 
gni di Ferdinando Tacca figlio di Pietro del quale 
è il paliotto dell’ altar maggiore ove è rappresentato 
il martirio di S. Stefano. Sono pregevoli pitture un
	        
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