Full text: Guida di Firenze, approvata dal Municipio

IL BARGELLO - MUSEO NAZIONALE. 
Collezioni di monete toscane dell’ epoca repubblicana e 
sotto il principato. 
Alle pareti : arazzi di fabbrica fiorentina, la portiera e il 
baldacchino (secolo XVII) 
dei Gobelins, l’acconciatura di 
Ester e le sei scene delle caccie di Luigi XV. 
Ritornando indietro: 
Prima sala delle terre verniciate. 
Vi hanno messo: una ventina di pezzi dei Della Robbia 
provenienti da diversi conventi soppressi nel 1810 o che 
recentemente decoravano il cortile* dell’ Accademia delle 
Belle Arti. 
* Seconda sala delle terre verniciate e maioliche. 
Molto ricca di lavori dei Della Robbia molto importanti : 
l’attribuzione di diversi a Giovanni, a Andrea, a Luca o alle 
loro rispettive scuole è incerta: tra quelli di certa prove- 
nienza notiamo di Luca : la lunetta colla Vergine e Bambino 
medesimo soggetto con due angeli in un rotondo inghir 
landato di rose. 
Quanto alle maioliche e porcellane, dai regali e dall’ere- 
dità dei duchi d’Urbino, per gli acquisti, per accumulazione 
di quelle fabbricate espressamente a Firenze dai tempi del 
granduca Francesco I, la casa de’ Medici ne possedeva una 
quantità enorme e di prima scelta: si può giudicarne dai cam 
pioni (salvati fra gli sgomberi e le vendite a vil prezzo quando 
il genere non era alla moda o dalle dispersioni) che sono di- 
sposti nelle vetrine. — Oltre i gran boccali di Montelupo, il 
conościtore vi troverà dei bellissimi lavori d’Urbino soprat- 
tutto di Deruta, di Castel-Durante, di Faenza, di Pesaro, di 
Cafaggiòlo, ec. 
Sala della Torre. 
Portantina del secolo XVII — quattro grandi arazzi fioren¬ 
tini (1719-1730), allegorie dell’ Europa, dell’ Asia, dell’Africa 
e dell’America. 
La Via del Proconsolo sbocca sulla Piazza di San Firenze, 
dov’è la chiesa dedicata a un santo assai problematico, non 
fiorentino, senza dubbio adottato e venerato a Firenze a ca- 
gione del suo nome. 
La chiesa era stretta tra le case e le torri dei Maga¬ 
lotti e dei Mancini: nel 1643 si buttò giù tutto per creare, a 
spese di Giuliano Serragli e di sua moglie, la casa, la chiesa 
e l’oratorio dei Padri Filippini. Ai tempi nostri lo stabili-
	        
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