SANTA MARIA DEL FIORE.
tenne dal Comune rendite assicurate: gli architetti furono
Giotto dal 1334 al 1337, quindi Andrea Pisano fino al 1349.
Con il loro successore Francesco Talenti, aiutato da Giovanni
Ghini, si adottarono parecchie modificazioni radicali al di-
segno originario. La parte esteriore corrispondente al primo
porticato, per rispetto a Giotto che vi aveva messo la mano,
fu conservata ; ma l’interno fu ricominciato del tutto. — La
cattedrale è un lavoro prodotto col concorso di un gran nu-
mero d’artisti : soprattutto alla direzione di Francesco Ta-
lenti si deve lo sviluppo effettivo dell’idea originaria conce-
pita da Arnolfo.— Nel 1360 si decise di dedicare la chiesa a
Santa Maria del Fiore, la statua della Vergine col giglio
fiorentino dovendo troneggiare sulla facciata. — Furono al¬
lora stabilite le nuove proporzioni del tempio seguitate più
tardi; nel 1367 si adottò per la croce e per le tribune il
modello dell’ ottagono presentato da otto maestri e preferito
dal Talenti.
La lunghezza della chiesa è di 148 metri; la larghezza
dell’ottagono di 94; la larghezza del braccio maggiore di 40.
Nel 1418 fu intrapresa la cupola e fu un serio problema:
il concetto di Brunellesco, che proponeva una cupola ovoidale
a doppia parete da costruire senza bisogno di armature,
sembrava temerario : i fabbricieri non si arresero che dopo
aver convocato due volte i cittadini a giudicare il modello.
La cupola fu terminata e chiusa nel 1434; nel 1445 si co¬
minciò la lanterna, per la quale pure il Brunellesco aveva
fatto adottare il suo disegno : egli non ebbe la soddisfazione
di vedere il lavoro terminato ; mori nel 1446, e l’ultima pie-
tra fu posata nel 1461. La palla di bronzo, fusa da Andrea
del Verrocchio, fu messa a posto il 27 maggio 1471, e il 30,
innalzatavi la croce finale, il capitolo vi ascese e vi cantò
il Te-Deum.— Più di una volta il fulmine rovesciò la palla
e danneggiò la lanterna: i parafulmini datano dal 1812.
Per la decorazione esterna della cupola Brunellesco aveva
immaginato la galleria: perduto il suo disegno, si adottò
quello di Simone Pollaiuolo, Giuliano da Sangallo, Baccio
d’Agnolo : l’ ottavo terminato fu scoperto e l’opinione pubblica
ci si pronunziò contraria; Vasari assicura che Michelangiolo
dichiarò questa galleria una gabbia da grilli: non se ne fece
niente più.
Nel 1490 la facciata non era ancora finita e si preferiva
sostituirla con una nuova. Molti artisti di gran grido dettero