Full text: Bracci, Cesare: Della cappella de' Ser.mi Granduchi di Toscana nella Chiesa di San Lorenzo in Fiorenza

DELLA CAPPELLA 
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descritta non è cosa nel mondo qua giù più so¬ 
migliante; ho voluto intendere ancora, che non 
arriua mente humana a giudicare di cosa cosi 
pregiata, e si bella; nell istesso modo, che non ar- 
riua a giudicare della vera, e perfetta felicità, 
di cui si puòquesto chiamare degnißimo Tempio: 
degnissimo per l'inuentione, chè mirabile; per il 
disegno che perfetto; per la materia chè di pie¬ 
tre pretiose; per l'arte che ha in se del divino, e 
cosi ancora dell'eterno. Onde fù con gran ragio 
ne da dottissimo huomo, cieco in vero nel corpo, 
ma chiarissimo nell intelletto, al Cielo, & a lui 
ch è Tempio dell eternità, non dissimile pronun¬ 
tiato, per lo splendore, per la meraviglia, per la 
durabilità. Dal che si può venire in cognitione 
(e con questo voglio por fine al mio breue, ed im¬ 
perfetto discorso) che i pensieri del grand Inven- 
tore, e fondatore, erano altissimi, e non ad al¬ 
tro volti che a conseguire quest ultimo fine, que¬ 
sto perfetto bene, questa vera felicita: ma con 
altrettanta prudenz,a, e virtù, con quanta leg¬ 
gerez za, e palzia, facesse ogni sforko Poli¬ 
crate Samio, a dispetto della fortuna, di perder¬ 
la. Questi, parendoli esser troppo felice, si com e¬ 
ra Tiranno di Lidi, & Isole, cosi gli venne in 
mente di farsi Tiranno della sua, che chiama¬ 
ua,
	        
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