DELLA CAPPELLA
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descritta non è cosa nel mondo qua giù più so¬
migliante; ho voluto intendere ancora, che non
arriua mente humana a giudicare di cosa cosi
pregiata, e si bella; nell istesso modo, che non ar-
riua a giudicare della vera, e perfetta felicità,
di cui si puòquesto chiamare degnißimo Tempio:
degnissimo per l'inuentione, chè mirabile; per il
disegno che perfetto; per la materia chè di pie¬
tre pretiose; per l'arte che ha in se del divino, e
cosi ancora dell'eterno. Onde fù con gran ragio
ne da dottissimo huomo, cieco in vero nel corpo,
ma chiarissimo nell intelletto, al Cielo, & a lui
ch è Tempio dell eternità, non dissimile pronun¬
tiato, per lo splendore, per la meraviglia, per la
durabilità. Dal che si può venire in cognitione
(e con questo voglio por fine al mio breue, ed im¬
perfetto discorso) che i pensieri del grand Inven-
tore, e fondatore, erano altissimi, e non ad al¬
tro volti che a conseguire quest ultimo fine, que¬
sto perfetto bene, questa vera felicita: ma con
altrettanta prudenz,a, e virtù, con quanta leg¬
gerez za, e palzia, facesse ogni sforko Poli¬
crate Samio, a dispetto della fortuna, di perder¬
la. Questi, parendoli esser troppo felice, si com e¬
ra Tiranno di Lidi, & Isole, cosi gli venne in
mente di farsi Tiranno della sua, che chiama¬
ua,