Full text: Bracci, Cesare: Della cappella de' Ser.mi Granduchi di Toscana nella Chiesa di San Lorenzo in Fiorenza

DISCORSO MORALE. 
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che la Natura si prenda quell esemplare per for- 
marne dè simili, e poi si chiami vinta. E che 
ciò sia vero dicono che Pirro, ed è quello che fe¬ 
ce guerrà à Romani, hauesse vn Agata mac¬ 
chiata in guisa, che non dipinte dall'arte, ma 
dalla natura vi si scernevano le nove Muse, et 
Apollo con la (etera in mano, et a ciascuna di es¬ 
se la suà particolare insegna. Non sò se habbia 
ciò più della fauola, che della verità. Ben è ve- 
ro, che vna somigliante cosa vien fatta dall'ar- 
te nelle gioie della Cappella: ma con tanta perfet 
tione, che dove nell Agata si doueua mirare, se 
pur si miraua, adombrato qual cosa delle nar¬ 
rate; qui si scerne il tutto cosi ben dipinto, & 
espreßo, che già mai non si può de siderar piu. 
Cedino pur dunque tutti gli artifitij ancora 
quelli de la natura, all artifitio de la Cappella, 
essendo in esso tutti ristretti, e perfetti. Ogni 
gran pregio non si paragoni à questo, perche sa¬ 
rà vinto senza comparatione 
Quante merauiglie sono state al mondo, e ci 
sono, venghino pure à rimirar la Cappella, che 
nel suo valore, e splendore son per restare abba¬ 
gliate, e confuse, Echi leggè mi creda pure, che 
mentre hò assimigliato quest opera alla celeste 
Gierusalemme, oltre che, per quello che ci vien 
D2 de¬
	        
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