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tante volte prodigioso nell' essere stato esposto alla pub¬
blica adorazione in occasione di siccità , o di troppe pioggie,
verso del quale i Fiorentini hanno una somma fiducia,
e devozione.
Fontana di S. Croce. Questa fu fatra col disegno di
Pier Maria Baldi l’anno 1673. In questo luogo avanti vi
fosse posta la Fontana vi era una gran Fogna per ricevervi
l'acque . Segui quivi un caso il quale non sarà discaro
a chi legge di saperlo. Un tal Nobile Francesco di Luigi
Calderini, essendosi portato il giorno de’ 3. Ottobre 1618.
a Casa il Signore Claudio Usimbardi suo Suocero, per dirle
che la sua siglia di lui moglie era gravida, ed adducendo¬
li alcuni dubbi di questa da esso creduta illegittima gravi¬
danza; preso dal furore per l’amore della figlia l’Usim-
bardi cacciato mano ad un pugnale senza altro replicare
feri nello stomaco il Genero, che subito mori ai suoi piedi.
La sera dopo i Padri Domenicani di S. Maria Novella, e la
Compagnia di S. Benedetto Bianco nel condurre il cadavere
a S. Croce dove era sepoltuario, quando furono vicini alla
Piazza sopravvenne una dirottissima pioggia, per la quale
i Frati, e la Compagnia si rifugiarono chi in Chiesa, e chi
sotto gli sportici, ma nel passare il rigagnolo della sopra¬
detta fogna , sdrucciolato uno di quelli che portava la Bara,
cadde il morto, in terra, e la corrente lo trasportò in essa
Fogna, dove non si potè estrarre fino alla mattina seguen¬
te. Per la qual cosa seguitando la Pioggia , dovettero i Pa-
dri Domenicani pernottare in S. Croce, ed essen lo appun¬
to la Festa di S. Francesco, questo accidente fece che fis¬
sarono tra di loro Domenicani , e Francescani di fare in tal
gioino una perpetua Fratellanza, ed essi restituirgliela il
giorno di S. Domenico, onde da tal tempo in poi è sempre
ciò seguito, e segue, e questa fu l’epoca, ed il motivo
per cui ne derivò tra questi Religiosi l’uso di fare ogni
anno una tal Fratellanza.
Carmine. Oltre a quanto fu detto di questa Chiesa
alla pagina 8. si aggiunge che la mattina dei 15. Set¬
tembre 1782. fu solennemente consacrata dal nostro
Monsig. Arciv. Antonio Martini, e nel dopo pranzo fu
fatta