GIUNTE
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ia, delle Castella, e delle Terre, che il Comune di
Volterra riteneva del proprio Vescovo; Ugo con l'au-
torità di Legato Pontificio che egli avea, scomunicò
Ildebrandino del Romeo Podestà di Volterra, i Con-
siglieri del maggiore e minor Consiglio, et i Fautori
loro; pose l'interdetto in Volterra, e concesse il per-
dono de peccati a tutti coloro, che avessero aiutato
il Vescovo Pagano contro i Volterrani. Ciò non ostan¬
te i Volterrani ricusarono di sottoporsi al Lodo, e il
di 12. Marzo 1218. Barone di Stefano, Galgano di
Tancredo, e Buonafidanza di Ranieri Consoli ele
sero Gherardo Sindaco, e gli dettero commissione di
presentarsi avanti al Sommo Pontefice, ed esporgli
la nullità del medesimo Lodo. A 19. Giugno 1220.
promessero il Vescovo Pagano, Gregorio Potestà di
S. Gemignano, e gli altri di quel luogo, d’ obbedire
a tutto ciò che gli avessero comandato il Vescovo di
Firenze Legato Pontificio, o fivvero i Proposti di
Firenze, di Casoli, e di Monte Veltraio, affinchè
potesse restar conclusa la pace fra il Vescovo di Vol¬
terra, et il Comune di S. Gemignano, et i Pannoc-
chieschi da una parte, et il Comune di Volterra
dall' altra. Fu detto per tanto dal Vescovo di Fi-
renze, che Pagano dovesse stare in pace co' Volter-
rani, e co' loro Fautori, nè questi potesse offendere
col pretesto d'aver ricevuto da loro danni. Seguita
tal dichiarazione Pagano, Bernardino Pannocchie-
ſchi, et il Potestà di S. Gemignano, posero in libertà
tutti quelli che avevano fatti prigionieri nella guer¬
ra passata, e il di 24. di Giugno gli uomini di S.
Gemignano giurarono di stare in pace co' Volterra-
ni. Altri successi di queste discordie tra i Volterrani,
ed il loro Vescovo, sono stati riportati sopra a c. 331.
parlando di Miemmo. Fu fatta nel 1234. la pace fra
1 Volterrani, e S. Gemignanesi per Lodo det Priori
dell