COLLE.
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Carlo Figliuolo di detto Filippo, fu cagione di tanta
rovina e perdita, a tal che due vengono gl'imputati
sopra questo disordine, la fuga de’ Sanesi e Colligia¬
ni, et appresso il Generale Pietro, come ciò possa
stare, o si possa ad ambidue questo si gran danno e
mancamento attribuire, non so chi lo possa giudicare
o conoscere, nè credo, che altri per le dette parole
in detta Storia narrate, e di sopra scritte, sia mai
questo sconcertato suono per accordare. Che Pietro
Generale ne fusse egli la cagione ,per aver comandato
che con disavvantaggio, e con fretta e prestezza in-
consi derata (la quale cattivi effetti partorisce sempre
perchè la fretta è sempre imprudente,e la prestezza
è cieca) s' andasse ad investire l' Esercito nemico
che artificiosamente forse diloggiava, per aver miglior
comodità di combattere in luogo vantaggioso per se,
e sinistro e dannoso per l' Esercito nemico, questo può
stare che tal fosse l'animo et intenzione d’Uguccio-
ne, come pratico, valoroso, et astuto Capitano che
egli era, e dall' altra banda Pietro al tutto inesperto
delle cose della Guerra, il che si conosce benissimo
poichè il fine, al quale in tutte l'imprese si deve ri-
guardare, di già s’ era ottenuto; poichè Monte Ca-
tini per la partita d'Uguccione veniva dall' assedio
liberato, che era la cagione di tanta mossa, e di
questa Guerra, e per questo solo s’ era congregato si
potente Esercito, da che si verifica, che l'imprese
dalla fretta spinte, et eseguite, sempre gravissimi
errori partoriscono, e la poca esperienza in partico¬
lare è una di quelle cagioni, che molti Eserciti dal
minor numero sono stati vinti. Da questo dunque
inconsiderato assalto; poichè è sentenza antica, che a
Nemici che fuggono, se era questa come s'è detto
vera fuga, si fabbrica il Ponte d’oro, e se non era
fuga