DELLA TOSCANA.
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a cavare dal mezzo delle durissime ossa de' monti le
Miniere. Al che s' aggiugne ancora quel che tema-
no alcuni, che tentando tali effetti, non sieno da
certi ignoranti e licenziosi beffati, parendoli meglio
il farsi lodare per diventar ricchi per via delle usu-
re, e molte altre cose vituperose ed illecite, che il
mettersi al pericolo del biasmo di coloro. Ma di quel-
li che maggior biasmo meritano, e più inutile l'er-
rore di coloro che per tale rispetto se ne astengono
e massime delle persone potenti e ricche, alle quali
si porge occasione e comodo di potere non solo ten-
tare, ma di seguitare una tanto utile e lodabile im¬
presa, quanto si è quella del cavar le Miniere, e per
viltà sola si stanno in dietro, ovvero per porgere
gli orecchi agli abbai de' mordaci ignoranti, oppu¬
re per lor proprio volere, esser vogliono prigioni del-
la detestabile e brutta avarizia, e dell' error di co-
loro. Dipinge poi con spiritose espressioni Vannoc¬
cio gli effetti dell'avarizia, per sodisfare la quale
non ricusano gli uomini di esporsi colla navigazione
ad un continuo pericolo di morire, e perdere in un
punto il frutto delle loro immense fatiche, e sog-
giugne: qua nel loro paese lasciano tante ricchezze
e singolari grazie, come perdute e in abbandono, e
come se elle non fussero tante, che agli appetiti loro
bastassero, o non si potessero avere con minor fatica
e pericolo assai, che quelle cercate colla Navigazio-
ne — a costoro si può dire che i Tesori sono dalla
sorte quasi accomodati nelle casse loro, e però non
gli posso sennon basimare, vedendo che i pensieri che
hanno alle ricchezze lontane non lasciano loro girar
gli occhi alle propinque, come se le forestiere rendes-
sero miglior sapore che le paesane, o quelle che seu-
za tali sudori e pericolo di vita s' acquistassero. Esa¬
gera in seguito la detestabile condotta di altri, che
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