DELLA TOSCANA.
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to non si traeva, quanto da' terreni che si venivano
a guastare nell'aprire le Minière. Certamente, dice
l’Agricola, se l’ Italia, come vuol Plinio, fosse il pae-
se più fecondo di metalli che qualunque altro, non
era da disprezzarsi un si gran guadagno, tanto più
che una ricca Miniera d’Oro, e d'Argento, in un
solo anno rende assai più frutto, che una fertilissima
campagna in cent anni. Strabone sembra che ne abbia
dato qualche indizio, dicendo che a suo tempo non si
attendeva tanto a lavorar Minière in Italia, come
una volta, forse perchè si avevano guadagni molto
maggiori dalle Miniere delle Gallie, e della Spagna.
All'autorità gravissima dell' Agricola si aggiunga,
che ne passati tempi tanto dalle Repubbliche Fio¬
rentina, Senese, e Volterrana, quanto da’ sette Se-
renissimi Granduchi di Casa Medici, sono state accor-
date licenze a moltissime persone, di cavare più e
differenti Minière della Toscana; eppure di queste
tante persone, pochissime hanno fatto guadagno sul¬
le Miniere tentate, e molte vi hanno scapitato non
poco.
Finalmente il non si veder di presente in Tosca-
na alcuna Miniera di metalli aperta, potrebbe far-
ci pensare che non sia utile l'aprirle.
Tutte queste sono le ragioni per la parte del dan-
no, che mi si presentano alla mente, e che 10 non
ho voluto dissimulare, contuttochè sembrino distrug.
gere totalmente la mia proposizione, Il dovere di
suddito, e di concittadino, mi obbliga a procedere
con tutta sincerità, e disinteresse, in materia cosi ge¬
loſa. Non so se le ragioni per la parte dell' utile sa-
ranno di ugual forza: eccole tali quali elle sono.
Primieramente le Miniere di sopra accennate han-
no tutti i contrassegni di grande abbondanza di ve-
na, registrati dagli Scrittori, e per quanto mi ha in-
se¬
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