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VIAGGIO
bianca; ma per vero dire nella superficie solo era-
no coperte di certa polvere bianca, in modo che
ſtropicciandole, essa polvere si staccava, e imbian
cava le mani, e sotto rimaneva la pietra dura, della
medeſima forma, che ſpezzata appariva dentro ca
vernosa, come fermentata e screpolata. Se nelio
spezzare queste pietre l' avessimo trovate gravide
d'ingemmamenti, ovvero guglie cristalline aculeate
e sottili molto, l'avremmo senza dubbio credute le
Pietre aculeate, dette dal volgo Agoraiuole, descritte
dal Mercati nella sua Metalloteca Vaticana all' Arma
rio nono pag. 271. con queste parole: Figura lapi¬
dum tuberat, rotunditatis plerumque depressae — Ma
teria foris saxea, coloris albi, cinereique, il rimanen
te, che è la descrizione della parte interna di esse
aculeate, non conviene alle nostre pietre. Il luoge
però è l'istesso; perchè dice egli: Tuscia aculeatos
gignit humo macra, locoque saxoso, non procul Arno
flumine, tribus passuum millibus supra Montisvar¬
chii Castrum, Aretium Civitatem versus, ubi Levana
vicus vocatur. Multos eiciunt, qui terram ibi subi¬
gunt, quippe usum eorum nullum incola norunt, ne-
que quod laudem ego praeter Naturae vim, respectum¬
que rerum minimarum nihil compertum est
Chi però potrebbe asserire, che queste non sieno
le medesime con le nostre, attesa la figura interna?
Chi sa che le nostre non sieno per anco arrivate
alla maturità di quelle del Mercati? Forse che quel-
la poca crosta cristallina, o di Quarzo, che si vede
nelle viscere delle nostre, non ha potuto bene svi-
lupparsi, (per cosi dire) vegetare, e formare quelli
ingemmamenti aculeati, o vaghi. Nè già crediamo
che l'Aculeate del Mercati si trovassero in gran co-
pia, sicchè tutre quelle, che i Contadini rigettava-
no da' campi, fossero aculeate; tanto più che doman-
dan¬