D1 S. MARZIALE.
113
ratione: non nego per questo che lontano non giovi,
ma non tanto.
Si piglierà la mattina a digiuno nel lovar del So-
le, et in spatio d' un hora, se ne berà dalle dieci, o
dodici libre, più o meno, secondo la robustezza del
patiente, et il temperamento o constitutione dell' aria,
osservando la prima mattina, nel primo bicchiere,
di mescolarci tre oncie di Siroppo Rosato solutivo, se
desidera muova per secesso; tre oncie di Mel Rosato
solutiva, se per lo stomaco; un' oncia di Zucchero
fine, se per orina; et se nel berla vomitasse da prin-
cipio, beva nondimeno di nuovo.
Doppo che avrà finito di bere, o pur mentre beve,
passeggi pian piano, acciochè eccitato il calor natu-
rale, l'acqua più presto scenda dallo stomaco all' in-
testini; fugga tuttavia il sudore, non potendo a chi
beve acque medicate accadere cosa più grave di quel-
lo, come tale che scema l'impeto della medesima
ne ritarda l'operatione, o porta alla cute quel che
doverebbe andare alle parte interne
Stia digiuno lo spatio di sei o sett' hore, e con
regola più certa sin che l' orine imbianchite diventi-
no del proprio loro natural colore
Che se nel pigliarla non si rende, si aiuti con
panni caldi al corpo, o Clisteri, che habbino faculta
di evacuare l'acqua, et se l' istesso accade due o tre
mattine, si lasci il bere, acciò ritenuta non cagionasse
un Idrope, o altro male.
Resa l'acqua, et ritornata l'orina desini, sia il
suo cibo ottimo pane, ben cotto, e lievito, con carne
di Castrato, Cappone, Capretto, Galletti, Piccioni
Pollastri, Starne, Fagiani, et simili, lessi piu tosto
che arrosto; fra le frutte si concedono quattro Fraole
nel principio; e nel fine Ceragie Visciole, o Amarene
cotte
Tom. V.