MINIERA DI FERRO
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T. III. anzichè in queste di Stazzema sono per di
fuori dei gemitivi d’acqua, che lascia un' incrostatu-
ra ranciata, come sulla Mersa, e verso Boccheggia-
no. La pietra però della Mersa si fende come la
Lavagna, e non è Sasso morto come qui.
Mi dissero alcuni del paese, che pochi anni sono
un Frate Agostiniano faceva cavare questa Miniera;
che vivono tutt' ora delle persone di Stazzema, che
ci hanno lavorato; che vi era Capomaestro uno
detto per soprannome il Maestrone; e che si porta-
va la vena a fondere più in basso vicino al Cardoso.
Alcuni mi dissero, che il Frate ci fece buon guada¬
gno, e poi spari, senza che si sapesse più nulla di
lui, e per mancanza di direttore fu smessa la cava.
Altri mi dissero che era stata smessa ad istanza de'
Ministri della Magona del Ferro, alla quale era di
pregiudizio.
Poco sotto a questa Miniera, verso Levante, so-
pra il siume del Cardoso, è una cava di Marmo Mi-
stio brecciato di varj colori, ma nella pasta del qua-
le predomina il color rosso. Si vede, che antica-
mente vi è stato cavato molto, e vi sono grandi
saldezze, cioè grossi e larghi filoni di Marmo, ma
siccome ei riesce un poco duro a lavorarsi, e cava-
to che sia crepa sacilmente, e fa de' peli, forse a
cagione d'avere per entro mescolata della terra, è
ſtata abbandonata la cava, la quale andava a conto
del Signor Dottor Fortini di Seravezza.
Intorno alle Miniere del Ferro, osservai le se-
guenti piante
Gentiana Asclepiadis folio, flore caeruleo oblongo,
interna parte punctis saturatioribus asperso.
Acer Platanoides Inst. R. H. 615.
Polipodioides descr. a car. 196. del T. I.
Nel