MINIERA DI FERRO
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dimento di Mare, ſtavano mescolati in gran copia,
e sparsi quà e là sughi Quarzosi e Ferrigni; coa-
gulandosi poi, ed assodando in pietra tutto quel sedi¬
mento, ciascheduno dei materiali che lo componeva
si è assodato secondo la sua propria natura. Quindi
è che vi sono de' pezzi, nei quali la vena di Fer-
ro va insensibilmente sfumando, e degenerando in
Sasso morto, il quale dove è più inzuppato di vena
di Ferro, apparisce più duro, e più cupo di colo-
re, sbiadendo e rintenerendo a misura che nell'im-
paſto ſcema la dose del Ferro, sinattantochè si ri-
duce Sasso morto puro e pretto, come nel restante
del monte. Oltre di questo la vena di Ferro più
pura e pretta, nel coagularsi ha seguitata l'indole
del Sasso morto, cioè si è coagulata a falde, e a
fila appunto come lui; e vi sono molti pezzi, nei
quali la grana del Ferro ha certe quasi fibre velari
sull'andare del Talco, ma metalliche; finalmente ve
ne sono dei pezzi, i quali a cagione di questi trat-
ti Talcosi, a prima viſta paiono Lapis Piombino.
Perciò in Natura deve questa vena considerarsi per
una ſteſsa e medesima coſa, che un tal masso di
Sasso morto, entro al quale è restato a caso impri¬
gionato, e legato il sugo Ferreo. Ciò volentieri no
to, perchè molti Filosofi nello spiegare la generazio¬
ne de' Metalli, hanno supposto che la Natura hab-
bia ponzato e ſtentato molto a fare essi Metalli
quando si vede in pratica, che, senza misterj, tanto
è coſtato a lei il fare un pezzo di Ferro, che un
pezzo di Saſso morto. Si noti in ſecondo luogo; che
il Ferro in questa Miniera è un materiale originario
e primigenio, o vogliamo dire contemporaneo alla
materia del Sasso morto costituente la montagna, e
non e già materiale secondario o parasitico, come al-
cuni vogliono. In terzo luogo si può congetturare,
che