O1STAZZEMA.
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sante, ma di grana ruspa quanto la polvere di Mar-
mo, e tramezzo ad essa si vedono delle tracce di
vena di Ferro cariata, o vogliamo dire decomposta
e soluta. Molta della vena spolverizzata, arrugginita,
e ridotta quasi terra giallastra è in quel contorno.
Questo è quanto trovai di ferrigno dentro al de-
scritto cunicolo, e verisimilmente tutto il restante
della vena ne è stato tirato fuori. In tutto il tempo
che mi trattenni dentro al cunicolo, provai una
gran temperie, vale a dire non sentii nè caldo, nè
freddo, e non vi sentii fetore d’alcuna sorta. D'a-
nimali vi trovai solamente certe Falene, o vogliamo
dire Farfalle notturne, attaccate alle pareti, le quali
non fecero movitivo alla comparsa del lume. Il più
baſſo fondo del cunicolo è ripieno di ſaſsi, i quali
impediscono il proseguire il viaggio, e vi si sente
un gran gorgoglío d’ un fonte sotterraneo, che i
paesani credono essere il Fiume del Cardoso, e di-
cono che il cunicolo arriva fino a detto Fiume.
S'ingannano però molto, perchè il cunicolo è volto
al contrario del Fiume, e si distende verso Stazze-
ma, non verso il Cardoso.
Davanti alla bocca del cunicolo, in un ripiano del
monte, si trovano lasciate in abbandono molte cen-
tinaia di pezzi di vena di Ferro buonissima, e vi
sono anche molti monticelli di rifiuti. Accanto, ma
un poco più in alto della buca della Vena, per la
parte di Ponente, è un altro cunicolo principiato
e non proseguito molto in giù, davanti al quale è
molta vena cavata, e sono altresi molti rifiuti.
Da questi materiali io venni in cognizione, che
la Miniera di Ferro era ſtata depositata dalla Natura
entro ai filoni di questo monte, contemporaneamen-
te alla formazione di essi filoni, vale a dire che nel-
la fanghiglia d'uno ſtesso andante e continuato se-
di¬