DIBARGA.
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filone da ambedue le parti, per la grossezza di un
dito e mezzo almeno, per arrivare dove sono le
retature bianche candide, che danno vaghezza alla
paſta rossa, la quale di sua natura sarebbe un poco
malinconica. Allora se ne possono cavare spere bel¬
lissime, e per l'alto, e per il largo del filone, si-
curi che quanto più si anderà in fondo colla sega
per il largo, tanto più si troverà vaga la macchia;
cioè prima retata rada, dipoi più sitta e vaga, a
foggia del Bianco e nero antico ricco; indi le vene
bianche cominceranno a comparire tinte nel mez-
zo, o negli orli di carnicino, e di rosso, e per ul¬
timo si vedranno le macchie nere framischiate col-
le bianche, donde risulterà un composto mirabi-
le . Ha questo pregio di più il Diaspro di Barga
che preso dalle viscere del filone (cioè scrostato
di sotto e di sopra, come avvertii) è per tutto
d’una uguale durezza, e perciò riceve un pulimen-
to uniforme, ed un lustro da per tutto uguale e
vivissimo quanto mai lo possa prendere un Cristal-
lo, e si è sicuri di non vi trovare madrosità, o al-
tre imperfezioni doppo che si sia fatta la speſa di
segarlo, come accade nella maggior parte dellle Pie-
tre dure. In verità esso Diaspro non ha madrosità
o peli, sennonchè di radissimo, e solamente verso
la crosta, o superficie superiore del filone, e per-
ciò avvertii, che è necessario levare questa crosta
avanti d'impegnarsi a lavorarlo. Dalla descrizione
del filone, si può anche conoscère da qual porzio-
ne di esso sia stata segata una qualche lastra che
uno abbia; e le mostre più belle, e più magnifiche
si possono vedere in Firenze nella Cappella de' Rea-
li Depositi dell' Imperial Basilica di S. Lorenzo.
Ecco quello che ne dice il Padre Agostino del
F
Tom. III.
Ric.