DI PORTO PISANO
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quam itur de Liburna ad Portum Pisanum per Fau¬
cem Rivi Mulinarii, aliud caput in terra D. Uguc-
cionis de Balneo
Actum Pisis A. Dom. Inc. 1288.
Ind. VII Kal. Sept. i medesimi confini, parola per
parola, sono espressi anco nella Carta del possesso che
posteriormente ne presero i Domenicani, la quale
ho veduta nel medesimo Archivio.
Non vi è riscontro, se le fabbriche ordinate nel-
lo Statuto Pisano fossero tutte fatte: le Torri della
bocca del Porto certamente furono riedificate, ed
eccone la riprova. Andava tuttavia crescendo la
mortale nimicizia tra le Repubbliche Pisana, Fioren¬
tina, Genovese, e Lucchese; e quantunque tutte lo-
ro si rovinassero in queste crudeli e mal consigliate
guerre; tuttavia il danno maggiore fu della Pisana.
Unitisi nel 1289. i Genovesi con poderosa armata
Navale, ed i Lucchesi con grosso Esercito per terra,
combatterono Porto Pisano e Livorno, comecchè
erano la fonte principale delle ricchezze, e della
potenza di Pisa. Ecco la ragione, per la quale tan-
te volte sono stati danneggiati questi due importanti
luoghi, con che i nemici de' Pisani hanno più vol-
te sfogato il loro odio, ed hanno creduto non po-
ter fare offesa più sensibile, o pregiudizio maggio¬
re ai Pisani. La battaglia adunque data dai Geno-
vesi, e dai Lucchesi nel 1289. è cosi descritta dal
Caffaro *. Admiragius lanuae paratis Platis, & cum
eis Balbottis, misit eas ad Turrim de versus Ponen¬
tem, quae erat optime per Pisanos fornita omnibus
necessariis ad praelium. Homines igitur in Balbottis
existentes coeperunt fodere dictam Turrim; quam
cum fodissent, & in pontellis posuissent, quum illi
de Turri nullo modo se reddere vellent, igne impo-
sito in pontellis tota diruit
-Lucenses subsequen-
ter
(1) Annal. Genu. Lib. X. inter Script. Rer. Ital. Tom. VI. col. 599.