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LIDO
e Matteo Fabro . Vi raccolsi ancora molti pezzi di
Pomice delicatissima, la quale il Cesalpino ? crede sia
dal Monte Etna, portata fin qua dalla corrente del
Mare, e potrebbe essere d'altri Vulcani del Regno
di Napoli, a noi più vicini, e forse anche degli an-
tichissimi Vulcani estinti, che il gran Micheli dimo-
ſtrò essere ſtati nelle Montagne di Radicofani, e di
S. Fiora in Toscana, e di altri Vulcani estinti, che
verisimilmente saranno nel fondo del Mare, poichè
molti Mari portano delle Pomici alla spiaggia?. Tra
l'Aliga e la rena sono sparse molte pietre d’ una si-
gura tanto irregolare, che non si può descrivere.
Le figure che propone l’Aldovrando * col titolo La-
pilli plures simul tuncti instar Cerebri, si rassomiglia¬
no molto a queste nostre pietre. Elle sono compo¬
ſte di materia renosa, mescolata con minuti frammen¬
ti di Testacei: la diversità del colore, e della gros-
sezza della rena formano alquante varietà di queste
pietre, e ve ne ha ancora di quelle composte quasi
di terra di colore celeste. Io non credo che tali pie-
tre sieno state portate di lontano, come la ghiaia, dalle
ondate del Mare; ma che piuttosto sieno sciolte da
più suoli sotterranei di questo territorio, che si scuo¬
prono nel lido stesso, e più chiaramente nelle ripe
del Fosso di S. Jacopo, come osservai il giorno dop-
po. Nella sezione di queste ripe, si vedono forse tre
strati orizontali, composti di tali pietre collocate stret¬
te fra di loro, ed immerse in terra renosa. Il più sor¬
prendente si è, che nel più alto Monte di Volterra,
nelle
(2) De Metall. 143
(1) De Pilis Marinis in Act. Acad.
Naturae Curiosorum A. 1682.
(3) V. M. Buffon dans l'Histoire
obs 14. Pilae Marinae Anato
Naturelle general & particu-
me Botanologica Ibid. A. 1691
liere T. 1. 439 538. e 542.
Appenc. pag. 198. & A. 1694
(4) Mus. Metall 476.
Append. pag. 313.