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SUL GABBRO.
sione, al racconto del Viaggio: in Monte Corbulone,
ed in un altro che gli resta dirimpetto, sulla strada
trovai molto Amianto, parte del quale si sfilacci¬
cava, e parte era duro, e indissolubile. Oltre a gran
copia, ed a gran pezzi di Galattite del colore ordi-
nario, ve ne trovai alquanto che era di color gial-
lo, altro rosso, e molto di color di Mele: uno di
questi credo sia quello, che gli antichi chiamarono
Melitite. In questo stesso Monte veddi alquanti silo¬
ni formati di rottami di Gabbro di varie grandezze,
imprigionati dentro a certa materia biancastra,
Tartarosa, o della natura del Gesso, cioè composta
d'ingemmamenti densi, e sottili in forma d’aghi,
sicchè tutta questa massa veniva a formare una Brec-
cia vaga, ma non molto dura. Osservai ancora che
il Gabbro per l’ingiurie dell' aria si fende in piccoli
sassuoli, come appunto fa il Galestro, ed in questi
Monti non ha incrostature o rilegature di Tarso,
come l'Alberese.
Osservazioni fatte a Valle Benedetta.
POrnammo indietro al Convento, e poi c''incam-
minammo verso Valle Benedetta: il viaggio fu
per pendici di Alberese di filoni tortuosi, tra ’l qua-
le ve n era molto del rosso, ed a luogo a luogo del
Galestro cenerino , e rossigno , e d’ altri colori, in gran
quantità. Di simil natura erano le pendici de’ Mon-
ti adiacenti, vestite di selva bassa di Querci da ta¬
glio. Giugnemmo poi alla Villa del Signor Filippo
Huygens, situata in un incavo del Monte vicino al
Monastero di Valle Benedetta, godendo aria perfet-
tissima, ed una veduta molto amena ed estesa. Il Pae¬
se intorno è tutto d'Alberese e Galestro, ed era già
vestito tutto quanto di folta macchia: il Signor Fi¬
lip