DI PORTO PISANO.
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le quali si raccolgono per lo più da Colline, e por
tano gran Torba. Aggiungasi, che sovente ci arri-
va anche la Torba dell'Arno. Nel di lui fondo era
una immensa quantità d'Aliga, e d’altre Piante Mari-
ne di sostanza membranacea, come appunto si os-
ſerva in oggi alla sua imboccatura, cioè avanti alle
Torracce. La natura del luogo, e la maniera di vi-
vere di queste Piante me lo persuadono, ed oltre
all' autorità di antico Scrittore che più sotto addur-
rò, nell' escavazione che si fece dirimpetto alla Fon-
te a S. Stefano, cioè sull' orlo del seno del Porto,
si è trovata moltissima Aliga putrefatta, e quasi ri-
dotta terra, che non lascia più luogo di dubitare,
che avesse già la sua sede nel fondo del Porto. La
Foce dell'Arno, come dissi a c. 390. del T. I, nel tempo
che Pisa godeva la Libertà; era più vicina a Porto Pi-
sano, e volta verso di esso. Le Torbe grandi dell'Arno
anche slontanato da Livorno, come è di presente, si
spandono fin là. L’acque della parte Meridionale
della Pianura di Pisa mettevano in Mare più acco¬
ſto al Porto, di quello che non fanno di presente
dappoichè sono state tutte unite e regolate nel Fosso
Reale, e prima entravano in Mare per più foci, che
dicevansi le bocche di Stagno, senza regolamento ve-
runo, e dove loro più facile era la strada. Finalmen-
té la bocca di questo Porto non era difesa da Molo
veruno, che le facesse argine, e rompesse i Cavalloni
del Mare; ma era esposta ad ogni sorta di Maréa,
e principalmente alle Libecciate e Sciroccate: La
lunga secca, che principiando dalla Meloria, si sten-
de per quasi ... miglia verso Ponente, era in ve-
rità un vaſto e sicurissimo Molo naturale per il Porto
Pisano, ed ora lo è per quello di Livorno, mentre
rompe l’impeto de’ Cavalloni che vengono d’alto Ma-
re, e non permette che danneggino le Navi, e Ga-
le¬