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POPOLAZIONE
modo che le acque scorrendo con forza, non porti¬
no seco molto sior del terreno, e quando lasciano
i campi in riposo, non riparano mai alle gran ro-
se, che nei Solchi, e Capisolchi mal regolati si fan-
no dall acque ; di maniera che da tal disordine or-
mai invecchiato, essendosi le rose molto dilatate
sono notabilmente diminuiti e ristretti i campi per
le semente, e per i pascoli, e cosi la faccia della
Campagna Volterrana è divenuta in gran parte
orrida, e non atta a lavorarsi coll Aratro. Basta
poi a molti Lavoratori di seminare grand' esten-
sione di terreno, e poco si curano che e’ sia lavo-
rato quante volte richiedono le regole della buona
Agricoltura, ne osservando le Stagioni; e quel
th’ è di peggior conseguenza, non temono alcuni
di lavorarlo quando sia diacciato, e quando sia
molle . Nate poi che sieno le semente, non sono av-
vertiti quanto basti, che queste non sieno danneg-
giate dalle Bestie, e se si riempiono di Gioglio, o
Vecce, aborrisce la maggior parte de' Contadini di
fradicarle, dicendo che tutto empie il sacco, dal che
ne segue che pochi sono i Grani, i quali senza ma¬
le semenze si vendano nel mercato di Volterra, e
si stenta a provvederne tanti che bastino per il Pan
fine. Tanta negligenza, ed imperizia de’ Lavora-
tori del suolo Voiterrano, non è da molti secoli:
si deduce ciò chiaramente dal Libro intitolato Tas-
ſa roſsa, in cui di commissione di Donato Torna-
buoni, e di Giovanm Acciaiuoli, mandati a Vol-
terra con Suprema Autorità nell' A. 1567.; furono
da tutti quelli che possedevano beni nel Territorio
di Volterra, date in nota le Raccolte del Grano e
Biade,e fu stabilito che fosse pagata in avvenire
a proporzione di esse, una Tassa annuale fissa, ed
invariabile. Ne in minor quantità furono quelle
che