L'Antichita di Roma.
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poi ſe ne ſervivano nelle caccie publiche, a dilettatione del
Popolo.
CAP. LII.
Delli Horti.
Ebbero gli antichi Romani molti horti famosi, ma per
la brevita non diremo se non li principali, li horti di
Saluſtio, & di Mecenate.
Quelli di Salustio erano nel monte Quirinale, appresso la
chiesa di S. Susanna, che pur hoggi si dice Salustico. Nel
mezzo de quali vi è una Guglia distesa per terra, scolpita
con lettere Egittiace. Vi era tale amenita che molti desidera-
vano lasciare il monte Palatino, per venire quivi ad habitare,
in questo luogo vi era casa & la piazza del detto Salustio.
Quelli di Mecenate erano nel monte Esquilino, vicino alla
torre detta Mecenate, che prima vi era un campo, nel quale
si solevan sepelire li corpi morti, mettendo li in certi pozzi,
li quali gli antichi chiamavano Puticoli, accioche si putre-
fassero, & questa fu antichissima sorte di sepolture, poi fu
introdutto l'uſo di abbrusciarli, il che si faceva nel medesimo
luogo, ma perche il fumo faceva danno & fastidio al Senato
& popolo Romano, Augusto dono questo campo a Mecenate,
dove fece questi horti, tanto da li autori nominati. Nella
sudetta torre stette Nerone a vedere brusciare la citta, goden-
dosi dell' incendio di essa.
Il colle delli borti cominciava dalla porta del Popolo, e pas-
ſava piu in oltre che la chiesa della Trinita, & su chiamato
cosi dalla pianura che gli è sotto, la quale era fertilissima di
hortaggi, ma hora vi sono tanto casamenti, che pare una
nuova citta.
CAP. LIII.
Del Velabro.
RA la chiesa di S. Giorgio & S. Nastasia & Schola Greca
si faceva talhora per crescimento del fiume una raccolta
d'acqua, onde non si poteva passare senza barca, & chi voleva
c. 17. 2 Qui hodie in hortis Lu¬
1 Suo etiam tempore Donatus
dovisiis conspicitur. 3 De ipsis Cae¬
Sallustiam appellari testatur lib. 1.
da