L'Antichita di Roma.
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CAP. XXVI.
Delle Statue.
Urona gia in Roma un numero infinito di statue, a piedi
& a cavallo, d'ogni materia, & massime di marmo, delle
quali se hoggidi ve ne è alcuna in piedi, la maggiore parte è
rouinata. Et di quelle a Cavallo non ve ne è se non una in
piedi nella piazza di Campidoglio, la quale è di M. Aurelio
Imperatore. Fu coſtume de i Greci ponere le statue nude, &
delli Romani vestite.
CAP. XXVII.
Di Marforio.
Uella ſtatua che è a piedi del Campidoglio, hoggi detto
Marforio, credesi che fosse di Giove Panario, fatto in
memoria di quei pani, che gittorno le guardie del Campido¬
glio nel campo de Galli, quando lo tenevano assediato. Al¬
tri vogliano che sia il simulacro del fiume Reno, sopra la
teſta del quale gia teneva un piede il cavallo di Domitiano
Imperatore fatto di bronzo.
CAP. XXVIII.
De Cavalli.
YEnti quattro furono i cavalli dorati, & quelli di avorio
94. Et quelli dui di marmo mezzi guasti, che sono a
monte Cavallo, cosi detto di loro, uno fatto da Fidia, & al-
tro da Praxitele scultori excellentissimi, Mitbridate Re di
Armenia li condusse a Roma, & li donò a Nerone.
CAP. XXIX.
Delle Librarie.
Renta sette furono le Librarie in Roma, ornate di varii
marmi & pitture. Ma le piu celebre furono l'Augusta,
la Gordiana, & la Ulpia.
lib. 16. c. 23. Negant recentiores
1 Livius lib. 5. c. 48. 2 Quam
Tiridatis hos esse equos, quod hi sunt
statuam celebrat Statius lib. 1. Silv.
marmorei, illos vero aeneos fuisse
& de qua inquit, Æenea captivi crinem
Rufus & Victor testantur. Titulus,
tegit ungula Rhem. 3 Tacitus Annal.
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