L'Antichita di Roma.
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CAP. VI.
Dell' Isola del Tevere.
Ssendo scacciato da Roma Tarquinio Superbo, li Ro¬
mani tenendo che fosse cosa abominavole mangiar il suo
formento, che all' hora haveva parte tagliato & parte da ta-
gliarsi nel campo Tiberino, lo gettarono nel Tevere con la
paglia, che per la stagione calda, & il fiume basso insieme,
con altre brutture fece massa, che divenne Isola. La quale
poi con industria, & ajuto delli huomini venne in tanto, che
come si vede si empi di case, di tempii, & altri edificii.
Ella è di figura navale, appresentando da una banda la prora,
& dall' altra la poppa, di longhezza di un quarto di miglia,
& di larghezza di cinquanta passi.
CAP. VII.
Delli monti.
Ette sono li monti principali, sopra li quali fu edificata
Roma. & il piu celebre fu il Capitolino, overo Tarpeio &
Saturnio, hoggi detto il Campidoglio, sopra del quale era tem¬
pii, sacelli, & case sacre ve n'erano 60. & il piu celebre era
quello di Giove Ottimo Massimo, nel quale finito il trionfo
entrando li trionfanti a render gratie della recevuta vittoria.
Il Palatino è hoggi detto il Palazzo maggiore, & è disha-
bitato, e pieno di vigne, & circondo un miglio. Romolo vi
comminciò sopra la Citta, perche quivi fu nutrito, & Helio¬
gabolo lo fece lastricare di porfido.
L'Aventino, overo Querquetulano, circonda piu di due mi¬
glia, è quello dove è la chiesa di S. Sabina.
Il Ceuo è quello dove è la Chiesa di S. Giovanni & Paulo,
sino a S. Giovanni Laterano.
L'Esquilino, overo Cespio, è dove è la chiesa di S. Maria
Maggiore, & S. Pietro in Vincola.
Viminale è, dove è la chiesa di San. Lorenzo in Pali-
sperna, & Santa Potentiana.
nomen erat. Haud fuerit absurdum
1 Typum exhibet Donatus lib. 1.
tradere montem eum Querquetulanum
cap. 6. Tom. 3. Graevii Ant. Rom.
cognomento fuisse, quod talis silvae fre¬
2 Hoc Calii non Aventini montis