Full text: Del Migliore, Ferdinando L.: Firenze, città nobilissima

S. Michele dagl' Antinori. 
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na posato che egli ebbe il Triregno al trionfo del possesso Pontilicio, 
supplicato da Padri a volere intromertersi in questo importantissimo 
negozio, e quelli, a cui come Fiorentino era cara la Patria, desi¬ 
derando giouarle in coſa di rilieuo degna d lui, volentieri ne paſsò 
col Granduca affettuosissime raccomandazioni, e fecero quel colpo 
auuenturato, solito rico noscersi in chi s' abbatte, tirato da forza di 
simpatia, vnire e fortemente legare gl'animi in vn sol volere, cercan- 
do appunto Ferdinando modo di cattiuarsi, senza ostentazione da 
Principe generoso, la bencuolenza di lui, per auerlo, e fauoreuole 
a gl'interessi dello Stato, ed anche, come alcun credette, in collo- 
care Regina di Francia, moglie di Errigo IV. la Principessa Maria 
sua nipote, figliuola del Granduca Francesco, con quella, dunque, 
ilarita d'animo, che gli se ne faceua istanza dal Pontenice colla me- 
desima anzi maggiore, le sottoscrisse il Memoriale, presentatogli dal 
suo Auditor Dani. 
Restaua l' accordare gl' Oliuetani, applicato, ch ebbe il P. Tolo¬ 
ſa l'animo a S. Michele, escluſa la Chiesa di S. Jacopo sopr'arnopro- 
seritagli, i quali dabitand o di non permutare la condizione di quel 
possesso in peggio, come interuenne, datagli in quel cambio la Chiesa di 
S. Apollinari, resisteuon gagliardo a segno di non si concludere, se il 
Cardinal Paol Cammillo Sfrondrato, nipote di Gregorio XIV. non 
si fosse compiaciuto persuaderne i Monaci, de' quali era Protetore, 
in grazia del Cardinale Alessandro de' Medici, stato Papa sotto no- 
me di Leone XI. e allora, come Arciuescouo di Firenze, non trala- 
sciando cosa gioueuole al suo pastorale vficio, sece quella partè con 
ogni sforzo di zelo, per laſciare, come dicea, a' suoi Sacerdoti 
Dioceſani, vn'esemplo viuo della ecclesiaſtica diciplina, in tauta sti¬ 
ma eran saliti i Teatini appresso di lui, i quali pighiato che n' ebbero 
il possesso ne'23. di Settembre del 1592 in virtù della Bolla di Clemen- 
te VIII. de' 7. di Luglio, vn raggio cominciò a risplender quiui della 
Diuina prouidenza, a cui s'appoggia il lodeuolissimo Stituto de'Che¬ 
rici Regolari, che non permettendo chiedere, ne procurare etiam¬ 
dio per vſo proprio le cose necessarie al vitto, si anche come Reli¬ 
giosi foreſtieri, ſpogliati di aderenza e di mezzo, reſe marauiglia il 
sentire, che' trattassero, in quello stante, di rinnouare da' fonda- 
menti la Chiesa e'l Conuento, da non ne venire cosi facilmente con- 
cetto a nessun Principe grande, ben prouueduto de beni di fortuna, a 
segno tale, che il Silos Scrittor degl'Annali, racconta, che mostra- 
tone essi il modello al Granduca Ferdinando, considerato che l'eb¬ 
be e compreſane la qualità. le dò il pensiero, e voltatosi ad vn di lo- 
ro, domandò a quanto sarebbe arriuata la spesa, a sessantamila scudi 
in circa, rispose quelli, e voi, soggiunse, quanti n'auete, cinque- 
Eento
	        
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