Full text: Del Migliore, Ferdinando L.: Firenze, città nobilissima

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Accademia Fior, e della Crusca 
un ce siumate dalla natura, non esser baste uole a sostenet la Republici 
con lode, che se fosse tale, cesserebbe la necessità delloistudio, il chi 
si sospende, per la diferenza che passa fra la virtù e l costume, poten 
do ess te tal vn costumato, ma non virtuoso, in cui ricercasi e 1 
buon'abito e la ragione dell'operare. 
I. 
Che s'auesse a nettere in disputa vna materia di questa sorte è gran 
cosa, e nulla in chi considera la qualita d vn gouerno popolard, gui¬ 
cato il più delle volte dal capriccio o, dalla ignoranza a segno tale, 
chi disse. Popolo disse vn paxzo. Jontane le sue onetazioni dalla: veri 
tà, asseri il Guicciardino, quanto è, secondo Tolomeo, la Spagna, 
dall Itaria; alla fine però tantos'agita il giudizio de migsiori, che la 
parte più debole resta di sccto, e la ragione a galla, cosi auuenne 
qui cessata la peste grande del 1348. allor a chè rinuigoritosi lo spitite 
e l'operazioni dell'animo dalla virtu, abbatruta, come è solito, dal 
vizio ne tempi de la prosperità, si venne sinalmente a dar' opera al 
lo Studio nelle Case de' Tedaldini, ch' erano state incorporate dal co- 
mune, mediante alcuni Ghibellini ribelli di quella Casa, seguaci 
de llo' mperio nel 1268. contro a Guelsi Signori di Firenze; Arrin- 
gò in quellatto vno de più sa ui Cittadini di quel tempo, alla presen¬ 
ga di ruttol. Popolo, solito ragunarsi in Piazza alle resoluzioni d'ogni 
praue interesse, mostrando, che se ture le professioni, arti, o scien¬ 
xie eran comuni a tutte le Città e Popoi, a Hirenze però suron pro- 
pissime le lettere per lo acutissimo ingegio della gente che vi nasce 
portate in colmo da Dante, dall'Accurio, dal Villani, e da altri 
pregiatiss mi Padri e vostri Concittadini die. Si bandi questa nuo¬ 
ua Vniuersità per tutta !' Italia, dice MatteoVillani, si spedi in va¬ 
rie parti Ve mini a procurarui priuilegi e le gazie solite conferirsi a 
gli Studi generali, riportandosene da Clemene IVI. amplissimo di¬ 
ploma dato in Auignone sotto 11. Kal. di Giugn. del 1349. con que- 
sta bella, introduzione di parole Attendentes fi dei pritatem & devotio- 
nem eximiam, quam Ciuitas Florentina; specialis Ecclej. Romanę filia¬ 
ab olim ad ipsam Ecclesiam habuisse dinoscitur, illamq sucessione tempo¬ 
eum de bono in melius studuit augumentare dignum, duximu, & equitati 
gonsonum, ex timamus, ut Ciuitas ipsa quam Divina gratia nultarum¬ 
prerogatiua bonitatum, & fecunditate virtutum gratiose dotauii scientia- 
rum, etiam muneribus ampliaretur &c. riducendo la facultà ne Dotto¬ 
ri e Scolari a qualla stesta eccellenza e qualita di priuilegio, conce- 
cuto da suoi antecessori Pontefici alle prime Vuiuersità del Monlo: 
in ordine al quale venne Studio similmente illustrato da Carlo IV. che 
su grazia chiamata da Regi Longobardi Augustalia præecepta, ri- 
lassandoui tutta la protezione dello mperio ne Doteori e Studenti, 
della quale essendosi la carta solennizzata in Praga l'Anno 1364. cor, 
tendo
	        
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