Full text: Del Migliore, Ferdinando L.: Firenze, città nobilissima

di S. Niccolò. 
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reflessione, e da notar si non solo per tornare a proposito alla materis, 
che si tratta, ma per portarsi alla cognizione d'vna tenacissuna ragion 
di Stato, che etiam pospone taluolta ogn'affetto intrinsico, ed estriu 
sico, nutrito in noi verso le cose della Religione importanti; e la for¬ 
da sua; consiste in sapere, come in Firenze doueuansi per Decreto ser¬ 
mato nell'antico, singularmente onorare con l'interuento della Signo¬ 
ria, e seguito di tutto il Senato, i principi degl'Edifizi pubblici Sacri, 
iriguardanti etiam la magnificenza del Comune, nell'atto del buttar¬ 
ſene la pietra, acciò ſi veniſſe ad inalzare il motiuo de' Canoni antichi 
promouenti in simil caso, la solennità delie funzioni: qquesto costume 
ondratissimo, su praticato souente da quella Repubblita; solamente 
qui s'aſtenne la Signoria venire, ne niuno di quei, allora sedenti al go¬ 
uerno, stante, dicesi nel ricordo, D. Piera de Bardi, che cauata con 
due altre Monache, dal Monasterio di S. Ambrogio, per dare, ordi- 
nataui prima Badeſſa, principio alla Regola di S. Benedetto, era Zia 
d'vno de principali complici, congiurati contro alla Repubblica, che 
su de Bardi, seguitato in questo occulto misfatto, dalla Famiglia Fre¬ 
ſcobaldi. Ma per variazione de'tempi soliti portar diferenti costumi, 
si dette questo seguente Caso prospero per il Monasterio: agitauasi 
nella Corte Episcopale di Firenze, non sò che cauſa attenente almede 
simo Conuento, e dubitandosi da lle Monache dell' intera lealtà del 
Giudice, in proteger con vantaggio notabile, le pretensioni della par¬ 
te , ncorſe alla Signoria, & ad vno in ispecie, che appunto ne ſedeua, 
chiamato Baſt ian Monti parente ſtretto d'vna di loro, che meſſa a filo 
la volortà de Collegati in difenderle a segno cosi gagliardo, e potente, 
che la lite non solo terminò in fauor loro, ma su cosa importante, che 
vis'otteneſſe da Papa Giouanni XXIII. che ſegregato il Monaſterio, 
dalla ragion di quel Foro, immediatamente restasse sottoposto alla Se¬ 
de Apostolica, immune, ed esente da ogn'altra Ecclesiastica Iurisdi¬ 
zione; Priuilegio, che confermato da molti Sommi Pontefici, ed in 
ispecie da Paol III. Farnese, per Bolla del 1549. vi perseuerò, e resse 
con vigore, fin che il Concilio di Trento non ritornò à rimettere i Cla¬ 
uſtrali ſotto l'antico dominio de Vescoui, delegati in questo della Ro¬ 
mana Sede. 
Otto fù il numero delle Monache fondatrici, trè delle quali, come 
s'acce nnò, furon cauate dal Monasterio di S. Ambrogio, per l'istru¬ 
zione, che vi ſi doueua dare alle incipienti la Regola, non de'Frati 
Minori, che non sappiamo come si recedesse dall'intenzione del Fon- 
datore, con anteporui in vece, quella di S. Benedetto; il qual numero 
vi s' accrebbe per Bolla di Benedetto XII. data in Auigno ne nel 1336. 
fino in dodici, commettendone la cura al Vescouo di Pistoia, per il 
cui mezzo ſtabilitosi il Monasterio in grado, Sisto IV. nel 1481. lo fe 
partecipe 
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