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Cauallerizza.
munemente detto . Vna di queste tali cose, adunque son le Stalle, fat¬
te quiui per vso di Caualli di rispetto, e stima, fin dell'Anno 1515. da
Lorenzo de Medici Duca d'Vrbino: iquando che il GranDuca Cosi¬
mo L mosso dal precitato concetto, v'istitui la Cauallerizza, per am¬
maestramento della Giouentù Nobile di Firenze, e Forestiera; essen¬
do che la Milizia sia il sostegno degli Stati, e come tale preualère alle
lettere, vollero i Romani, per i Trionsi riportati a prò di quella lor
gran Repubblica, deputandoui Cosimo, ed i Gran Duchi suoi Succes¬
sori, Vomini peritissi mi in quell' esercizio del maneggiar Caualli ad¬
destrati. Il primo sù Rustico Piccardini Nobil Romano, vn Lorenzo
Palmieri detto Lorenzino, il qual morendo ne meritò lode, e la Testa di
matino del suo Ritratto nella Nonziata con Epitaffio, che spiega a
misura quanto valesses sottò di questi, e d' altri venutiui doppo di lo¬
ro, s'è addestrata la Nobiltà di primo Lignaggio, etiam della Germa¬
nia, e del Piamonte. L'Ammirato negl'Opuscoli, mostrando primie¬
ramente per Lettera scritta alla GranDuchessa Madama di Loreno, la
necessità conueniente, che à il Principe della Cauallerizza, esagera lo
zelope la premuria vsata in ispecie dal GranDuca Ferdinando I. in
tener protetto, e in grado questo Studio vtilissimo in occasion di Guer¬
ra, con esemplo d'essersi saluata la Vita al Rè Ferdinando, nella Rotta
di Sarno, da vn ſuo Paggio ammaestrato; e veramente chi à cuore in
petto, è animo tale d'esporsi in campo, e a fronte di barbara Nazione,
douerebbe non tralasciare di passar sotto a vn cosi lodeuol' esercizio
portante in questi tali, diremmo noi, obbligo d'Vmanità, stimolo di
Coscienza, ed vna viua, e certa speranza di potere all'occorrenze
grandemente giouare al Principe, in difesa dello Stato , e della Cristia-
nità, spignendosi addosso a' Nemici della nostra S. Fede.
Assistente con titolo di Cauallerizzo Maggiore, è sempre vno de'
principali Titolati di quella Corte, essendoui al presente il Marchese
Francesco Riccardi: carica onoratissiuia solita nell'antico conferirsi a
certi Veochioni, nota Luitprando in Leg. riferito dal Magri, deputati
élla cura delle Stalle Imperiali in Costantinopoli, detti in Greco Man¬
dragerontes: Vna delle cose, delle quali, Andrea Gussoni Ambascia-
tor Veneziano, nel 1570. appresso al Gran Duca Francesco, raggua
gliasse la Repubblica, vedute in Firenze cospicue, tendenti all' ottimo
gonerno di Stato, furon queste Stalle, allora con 150. Caualli da Ope¬
ra, e da maneggio: poteua egli anche considerare il luogo doue si ten-
ceno, da poterlo creder non inferiore a qualsiuoglia altrò ricetto, o
stanza destinata per tale effetto, che vi par quasi troppo accomodato
condinduri, e con adornamento disdiceuole; essendo che separare esse
Stulle in due Stanzoni in volta retta da 64. Colonne di pietra serena
doriche