PARTE SECONDA
superò i suoi condiscepoli, ma di non poco avvantaggiò lo stesso Giotto nella
varietà delle invenzioni, nella unitezza e sfumatura dei colori, e nella dili¬
genza che ebbe grandissima in condurre le opere sue, cercando quanto più
poteva d’imitare cosi da vicino la natura che i suoi contemporanei, per testi-
monianza del Landino, lo chiamarono la scimmia della natura. Tentò pure per
il primo gli scorti, e migliorando assai la prospettiva nelle fabbriche, l’ attitu¬
dine, la varietà e la vivacità nelle teste, fece avanzare di tanto l’arte da essere
tenuto uno dei migliori pittori che fossero stati fino a quel tempo *. Molte
furono perciò le opere che dovette condurre per ogni parte d’Italia, ma po¬
chissime ebbero la fortuna di pervenire sino a noi, non rimanendone di sicuro
che quella immagine di Nostra Donna che dipinse nel celebre Camposanto di
Pisa, la quale per quanto si rileva dal Vasari, non fu delle migliori produzioni
del suo ingegno.
Niccolò Niccoli fiorentino, fu de’primi e tanto zelante collettore di antichi
classici manoscritti Greci e Latini, che potette raccorne da 800, spenden¬
dovi la maggior parte del suo patrimonio. Questi codici dopo la sua morte
furono comprati da Cosimo de’ Medici per la Biblioteca di San Marco, ma
in seguito, dopo varie vicende, passarono nella celebre libreria Mediceo-
Laurenziana, ove attualmente si conservano. Fu il Niccoli grande amico del
Poggio, altro distinto letterato e bibliografo; di carattere inclinato all’ira, facile
a motteggiare sugli altrui disetti, e tanto pronto ad abbandonarsi allo sfogo di
un impetuoso risentimento, che messe più volte a dure prove la sofferenza
degli amici, de’ quali, quelli che solamente lo conoscevano a fondo gli potet-
tero condonare tante stranezze in grazia della bontà del cuore, della prontezza
con cui riconosceva i propri torti, e della docilità che mostrava nell’ accettare
le altrui ammonizioni. La sua morale non fu macchiata che dal rapimento
che fece della druda al proprio fratello. Mori l’anno 1437 in età di anni 77.
Di questo benemerito e dotto soggetto ne scrisse la vita Francesco Manetti;
il Poggio suo amico ne dettò una eloquente orazione funebre, e Guglielmo
Shepherd ne riprodusse molte interessanti particolarità 2.
Anton-Maria Salvini nacque a Firenze nel 1653, e di buon’ora fu desti-
nato dai genitori allo studio della Legge. Rifuggendo però il giovine dalle fo-
Il Del Migliore in alcune osservazioni MSS.
2 Vita di Poggio Bracciolini, tradotta dall’av¬
fatte alla vita del Vasari, che si trovano nella vocato Cav. TOMMaso ToneLLI, Tom. I, pag. 117.
Magliabechiana , dissente da questa opinione.
e seg.
Vol. II.