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cia, o gran Fattoria dei Valombrosani
detta Paterno, la quale avendo all'intor¬
no un tereno fertile di sua natura, l'arte
l’ha reso ancora più produttivo in ogni
genere. Il grande edifizio, o villa, che
domina le adiacenti colline, e la pianura
che è sotto, come ancora le regolari e
vaghe coltivazioni fatte dai Monaci, ren¬
dono il luogo assai ameno, e portano delle
ubertose raccolte in ogni genere di pro¬
dotti. » Qui forse gli agronomi, dice l’au¬
» tore del Viaggio Pittorico della Tosca¬
» na, potrebbero estendere le idee delle
» teorie agrarie, mentre quanto può farsi
» dall’ arte , secondo la diversa natura del
» suolo , in piano, in colle, ed in monte,
» tutto nel vasto circondario di Paterno
» si vede ridotto alla pratica, con van¬
» taggio considerabile delle vicine Pro¬
» vincie. » Anco i Boschi, e le Abetine
che sono di sopra, e che possiede la Ba¬
dia servir possono di norma a chiunque
si trova nel caso di possederne altrove,
osservando tanto nelle piantate, quanto
nei tagli il metodo introdotto dai Valom
brosani, e dai Monaci di Camaldoli.
Veduta e ben considerata questa Fat¬
toria , e sue adiacenze, prendendo il cam¬
mino che conduce alla terra di Pelago,
e da questa al Pontassieve, dopo dieci
miglia in circa di viaggio, per la porta
alla Croce si ritorna nella Capitale della
Toscana.
FINE.