456
dipoi col disegno di Michelangiolo Buo¬
narroti , eseguito però da Santi di Tito,
e la spesa, come accenna l'iscrizione che
è sulla porta della medesima, fu fatta da
Niccolò di Ruberto Davanzati Bostichi :
il Convento poi fu fatto fare da Fran¬
cesco fratello del B. Tommaso da Scarlino,
e da principio fu dato ai Frati del terzo
ordine, e dopo ai Frati minori Osservanti.
Partiti poi da questo luogo i detti Frati,
e messo in vendita, e stato modernamente
acquistato dal Signor Dottor Francesco
Frosini, il quale si serve del Convento
ad uso di villa, e la Chiesa é divenuta
l’Oratorio pubblico della medesima. Bel¬
lissima è la loggia che guarda mezzo gior¬
no, l’abitazione è ben difesa dalla Tra¬
montana, tanto dal poggio che si alza
dietro alla fabbrica quanto dal bosco cir¬
condato di mura che sovrasta, sopra del
quale è la conserva di quell' acqua, che
forma il Pelagaccio, e poi calando va a
fecondare i giardini ed orti di tutte le
ville che si veggono di sotto, e che cir¬
condano la valle che dal Boccaccio nel
suo Decamerone, viene appellata delle
donne. Nel Refettorio già de'Fràti vi sono
tre lunette dipinte a fresco da Santi di
Tito, e nell’ Oratorio pubblico, o Chiesa
all' Altar maggiore vi e un quadro in tela,
che molti stimano essere opera del mede¬
simo Santi di Tito, ma altri ne dubitano,
non parendo loro di trovare in quesia