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di forma semi-ovale, cinto d’un muro dell’altezza di
8. braccia, e da gradinate. Per un lungo viale, alla
metà del quale trovasi una piccola cupoletta delta il
caffeaus costruita sotto la direzione di Zanobi Del
Rosso, e collocata in maniera da osservar comoda¬
mente tutte le colline che circondano Firenze, si sa¬
le da un vasto ripiano, in mezzo del quale è un gran
bacino sormontato dalla statua in bronzo di Nettu¬
no, appoggiata a dei mostri marini di marmo, opera
di Stoldo Lorenzi. Quindi seguitaudo a salire la col¬
lina, si giunge ad un vasto prato, da cui per un lun¬
ghissimo viale si scende ad una fontana d’una bel¬
lezza sorprendente. Al disopra d’un bacino di grani¬
to dell’Isola dell’Elba, della circonferenza di 40.
braccia, e tutta d’un sol pezzo, s’innalza una statua
colossale di marmo rappresentante l’Oceano appiè
della quale sono tre altre statue sedenti, che rap¬
presentano, il Gange, il Nilo e l’Eufrate versanti
acqua. Tutto questo nieraviglioso lavoro è del cele¬
bre Gian Bologna. Poscia si perviene ad un altro
gran prato ornato di statue, e di due bellissime co¬
lonne di granito orientale. All’estremità di questo
prato termina il giardino. Tutti i getti d’acqua che
lo abbelliscono furono inventati da Cosimo Lotti.
Nel 1550. Cosimo I. ordinò l’escavazione di questo
giardino i cui ornamenti furono diretti da Niccola
Braccini detto il Tribolo, e da Bernardo Buonta¬
lenti. All’estinzione della famiglia Medici questo
giardino essendo stato trascurato, fu sotto il Gran¬
ducato di Pietro Leopoldo ridotto al suo primitivo
splendore, e decorato di moltissime statue fatte ve¬
nire da Roma. Il Granduca Ferdinando III. vi fece
dei notabili ingrandimenti, ed il regnante Leopoldo
II. lo ha adesso reso più delizioso aprendovi nuovi
passeggi ed ornandolo di due antichissime tazze egi¬
ziane quivi trasportate da Livorno ove da gran tem¬
po rimaneansi neglelte.