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me forse acquistatosi dalle fresche, e lim¬
pide acque, che scaturisçono in quei con¬
torni, e sembra che appartenesse all' an¬
tichissima famiglia de Conti Guidi, da un
ramo de quali era discendente quella Itta
Abbadessa di S. Ellero, che nel 1039.
fece donazione ai Monaci. Non si ferma¬
rono qui le donazioni fatte a questo Mo¬
nastero, perchè molti Signori, e Principi
mostrarono quanto fosse grande la loro
generosità verso questi uomini religiosi,
tra i quali si segnalò la Contessa Matil¬
de, la quale arricchi questa Badia di gran¬
dissimi fondi e privilegj, e da ciò ne av¬
venne , che di picciolissimo e meschino
Cenobio, divenne una delle più ricche
Badie dell'Italia, e il monastero uno de'più
grandiosi che si trovassero in tutta la
Toscana.
Sopra un grandissimo prato si eleva
questo edifizio, il quale vedendosi da una
certa distanza, comparisce come una Reg¬
gia ; l’altezza di un muro a foggia di ba¬
stione riserra tutta la clausura. Lornato
esterno dell'edifizio benche sia semplice,
ciò non ostante mostra una decorosa gran¬
dezza, e dl’architettura è tale quale si
conveniva a mostrare esser questo un sacro
recinto di Monaci. L'Architetto che sotto il
governo dell' Abate D. Averardo Niccolini
ridusse nel 1637. questa Badia nello stato
in cui ora si vede, merita ogni lode, per¬
chè ha in ciò seguitato le avvertenze date
dagli eccellenti maestri dell'arte edificatoria