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ridotte in un assai deplorabile stato a cagione della
umidità delle muraglie, e dell’ingiurie del tem¬
po, alle quali cose però vi è stato riparato per cura
del Gran-Duca quale volle che per l’ avvenire
fossero affidate all’Accademia delle Belle Arti ivi
prossima. Su la porta d’ ingresso vedesi il busto
in marmo d’Andrea. Cominciando a fare il giro
da destra, trovasi la Fede ; l’Angiolo che annun¬
zia a Zaccaria la sua discendenza; la visita della
Vergine a Sant’Elisabetta; la nascita di S. Giovan
Batista, che è l’ultima pittura fatta da quell’ ar¬
tista in questo chiostro; San Giovanni fanciullo
che riceve dal padre la benedizione pria d’an¬
dare nel deserto; San Giovanni che incontra per
via Gesù Cristo con Maria e San Giuseppe, che
sono i due affreschi dipinti dal Franciabigio men¬
tre il Del Sarto era in Francia; il battesimo di
Gesù Cristo che è la prima pittura fatta da An¬
drea in questo chiostro; la Carità; la Giustizia;
San Giovanni che predica alle turbe ; San Gio¬
vanni che battezza; San Giovanni in presenza
d’Erode; il ballo d’Erodiade; la decollazione del
Santo Precursore; la testa del medesimo presen¬
tata ad Erodiade, e finalmente la Speranza. Il
fregio è dipinto dal Franciabigio.
Chiesa, e Convento di S. Marco. Nel sito
stesso ov’era anticamente un piccolo Oratorio de¬
dicato a S. Marco, i Religiosi Silvestrini fondarono
un convento ed una chiesa l’anno 1290. sotto la
medesima denominazione. In seguito il Pontesice
Eugenio IV. ad istanza di Cosimo il vecchio, do¬
nò la chiesà e il convento ai Domenicani. Quel
generoso cittadino fece a questo edifizio degl’in¬
grandimenti, e dei restauri considerevoli in guisa