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Dall'Oriente , che sempre si riguardò come la
sede degli agj e del lusso, ci venne l’idea, non
meno che il nome di Bazar. Un recinto di botte¬
ghe destinate alla vendita degli oggetti di quella
specie di Commercio che ora indicammo, una sta¬
zione, per esempio un Caffè, pel trattenimento e
ristoro dei concorrenti, e nel centro della fabbrica
un piazzale che inviti alla circolazione, sono le
parti più essenziali d’ un Bazar; e fu pur consen¬
taneo e felice il pensiero generalmente seguito, che
non d’altro si cuopra il piazzale, se non di un
tetto di cristalli, che difenda ad un tempo dall’ in¬
temperie, e non neghi alla vista la luce del gior¬
no e l’aspetto del cielo.
Nel centro della Città, su quel suolo ove già
dalla decenza dei contorni discordava lo squallore
dei fabbricati dell’ Albergo delle Antiche Ber-
tucce, sorge ora il nostro Bazar, e sorge tale quale
dalla descritta natura di siffatti Edifizi si richie¬
deva, e, ad una Città, onorata del titolo di bella,
si conveniva.
Risponde sulla via detta dei Calzajoli l'in¬
gresso principale del Bazar; l’adornano due co¬
lonne d’ordine Jonico sorgenti presso gli stipiti a
a sostenere due Griffi; è munito di un Cancello di
ottone, onde le parti incanalate son mobili senza
rotazione ; soyrasta in luogo di Architrave un
grand’ Arco.
In un atrio coperto a volta reale con dieci
botteghe in doppia serie bipartite ai lati, è il pri¬