Full text: Sogliano, Antonio: Guida di Pompei

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Accanto fu costruito, poco dopo 1’ 80 avanti Cr., dai duoviri, C. 
Quinzio Valgo e M. Porcio il piccolo teatro coperto (theatrum tectum, 
fig. 3, F). Si affacceranno di nuovo alla mente i nomi di questi due 
magistrati, quando si parlerà dell’Anfiteatro. Furono cospicui perso- 
naggi della colonia dedotta da Sulla in Pompei; e di C. Quinzio Valgo, 
ricordato da Cicerone nelle sue orazioni contro la legge agraria di Pu- 
blio Servilio Rullo, sappiamo che era ricchissimo, avendo estesi pos¬ 
sedimenti non solo nell’agro Pompeiano, ma anche nel territorio della 
capitale degl’Irpini, l’antica Aeclanum, e in quel di Casinum (Cas 
sino). Veramente la fonte della sua ricchezza non era per nulla pura, 
essendo egli uno dei possessores sullani, di quei tali cioè che al tempo 
dei terrori sullani, in illis rei publicae tenebris, eran diventati grandi 
proprietari di fondi. 
II nostro piccolo teatro serviva alle rappresentazioni musicali, giu- 
sta l’analogia che esso aveva col teatro coperto di Erode Attico in 
Atene, il quale si chiamava appunto Odeum, cioè sala di canto. A 
tal fine, oltre il pavimento di legno del palcoscenico, esso aveva una 
copertura, probabilmente di forma piramidale, la cui base quadrango- 
lare erasi ottenuta, tagliando verso le estremità gli ordini superiori 
di sedili. Il pavimento dell’ orchestra è di marmo, e la iscrizione in 
lettere di bronzo incastrate nel pavimento medesimo ci dice che esso 
venne fatto eseguire dal duumviro M. Oculazio Vero. Ugualmente rive- 
stito di lastre marmoree era il muro posteriore del palcoscenico. Non 
più di 1500 persone all’ incirca potevano trovar posto in questo pic- 
colo teatro. 
A ridosso del gran teatro è situata la caserma dei gladiatori 
(fig. 3, G), ricavata dal portico che originariamente apparteneva al 
teatro. Vi si entrava per un portico jonico sul lato orientale. La piazza 
delle esercitazioni è cinta nei quattro lati da un portico, nel quale si 
trovano le celle dei gladiatori in due piani. Le celle superiori erano 
accessibili per mezzo di un passaggio pensile di legno, ricostruito in 
parte nella estremità est del lato meridionale; al qual passaggio pen- 
sile si saliva cosi per una rampa di legno, il cui piede poggiava sul 
pianerottolo della grande gradinata del Foro triangolare, come per due
	        
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