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SOPRAINTENDENZA DI CASA REALE
di mezzogiorno specialmente, ove prima vedevasi ui
mucchio di luride fabbriche, ebbe allora nascimento cor
39 balconi per ogni piano, nella lunghezza di pal. 871,
ed altezza di 242. Ivi l’arte gareggiò con l’incantevole
posizione per rendere questa prospettiva inconcepibile
da chi non la percorre lungo i magici pensili giardini che
la decorano, ed il portentoso belvedere che la soprasta.
Da qui apresi l’orizzonte il più vago ed esteso che possa
immaginarsi, offrendo, come in un panorama, il golfo
con le sue isole di sentinella, Capri, Procida, Ischia, la
sorprendente costiera di Sorrento, la collina di Castel-
lammare con la sottoposta città che sembra legarsi a
Napoli mediante una sola concatenazione di case, la ri¬
viera di Posilipo, i Camaldoli, il Vomero con le sue
amenissime ville, l’eternamente verdeggiante Capodi¬
monte, Poggioreale con lo stupendo camposanto ed il
bello e sorprendente Vesuvio.
Vennero demolite anche allora le sconvenienti fab-
briche lungo la strada S. Carlo che nascondevano da
questo lato la reggia, e surrogate da solidissime ed e¬
leganti ringhiere di ferro, che mentre abbelliscono il
luogo, difendono senza nascondere agli sguardi il bel¬
lissimo giardino inglese surto là dov’ era l’ampio spia¬
nato addetto a scuola di cavallerizza, nel cui centro la
trivella artesiana sta da molti anni ricercando l’acqua
zampillante per animare eleganti fontane, la quale ha
già dati indubitati segni della sua esistenza.
L’ingresso principale immette in una corte quadrata
cinta da doppio ordine di portici l’uno all’altro so¬
prapposto. Il portone a dritta introduce in altra corte
lunga quanto l’intero lato meridionale del palazzo, la
quale comunica con l’anzidetta quadrata e con altre
parallelogramme per comodo delle scuderie. Il portone
a sinistra, traversando tutte le fabbriche che incontra,
sbocca nel giardino inglese ove s’ incontra coll’altro in¬
gresso contiguo al porticato di S. Carlo.
Sulla sinistra della corte quadrata apresi la scala,