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REGGIA DI NAPOLI
REGGIA DI NAPOLI.
Fu questa edificata da Conti di Lemos, padre e figlio,
l’ultimo de’ quali succedette all’ altro nel governo del
regno. Ne fu architetto il celebre cav. Domenico Fon¬
tana, il quale situolla daccanto all’ altra più antica in¬
nalzata già da D. Pietro di Toledo sul largo di S. Fer-
dinando.
La magnifica facciata principale lunga palmi 596 of¬
fre per ogni piano ventuno balconi, ciascuno alto pal¬
mi diciotto, largo sette. Un gran porticato dorico giun¬
ge con la sua bella metope e col cornicione sino al pri¬
mo piano, e presenta tre ingressi maestosi, quello di
mezzo fiancheggiato da otto grandi colonne di granito
toscano e da due lapidi annunzianti i fondatori e l’epo¬
ca, i laterali da due sole colonne simili. Il primo piano
è di ordine jonico e presenta sui tre portoni logge con
balaustre di marmo rispoudenti all'ampiezza de mede
simi, mentre una ringhiera di ferro circonda l’in¬
tero palazzo. Il secondo piano è d’ ordine composito.
Rimase lungo tempo ineseguita l’intera egregia opera
del Fontana, nè funne ripreso il concetto che nel 1837.
allorchè l’attuale glorioso regnante Ferdinando II, presa
occasione dall’incendio che distrusse il braccio setten¬
trionale del palazzo, ne dispose la riforma generale.
Allora fece adeguare al suolo l’antico fabbricato del
Toledo, per fare maggiormente spiccare il nuovo, e ri¬
dusse le costruzioni e le decorazioni di questo ad un
punto di magnificenza e di gusto che difficilmente si
può superare.
Fu esteso in primo luogo il prospetto principale con
due loggiati laterali, armonizzandosi coll’architettura
del palazzo la facciata contigua del teatro S. Carlo ; e
rimpetto alla chiesa di S. Ferdinando venne aperto un
altro comodissimo ingresso che immette direttamente
alla grande scala mediante undici gradini. La facciata